In qualità di sostituto di imposta, l’INPS applica il consueto conguaglio fiscale con i cedolini pensione di marzo: lo specifica l’istituto previdenziale rispondendo alla segnalazione di anomalie nei ratei del mese corrente. Chiedendo all’INPS di intervenire per risolvere la situazione, il sindacato pensionati della Cgil ha spiegato di aver ricevuto molteplici segnalazioni in tutta Italia di:
«conguagli “impazziti” e non meglio specificati sulle pensioni in pagamento da gennaio. In alcuni casi l’assegno di marzo è stato del tutto azzerato, in altri invece sono state operate erroneamente e impropriamente delle trattenute», situazione che «sta provocando non pochi disagi a molti pensionati» ai quali si consiglia di rivolgersi al patronato «per inoltrare la domanda di ricostituzione della propria pensione».
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Non c’è nessun malfunzionamento della piattaforma, risponde l’INPS, con riferimento a un’ipotesi sulla causa dei tagli di marzo: si tratta dei conguagli pensione di fine anno 2016 da parte dell’Istituto in qualità di sostituto d’imposta.
Le modalità prevedono che, nelle ipotesi di incapienza, possano derivare posizioni con pensioni azzerate. La legge prevede una rateizzazione solo per titolari di pensione non superiore a 18mila lordi annui, per i quali viene effettuata d’ufficio una dilazione senza interessi per 11 rate di uguale importo.
In pratica, quindi, sui cedolini pensione è applicato il conguaglio fiscale rispetto al 2016 che, per i redditi bassi è stato rateizzato, determinando una decurtazione dell’assegno.