Voucher Lavoro, riforma dei buoni

di Anna Fabi

Pubblicato 22 Maggio 2017
Aggiornato 26 Settembre 2018 11:55

Emendamenti manovra bis e Riforma lavoro accessorio: da libretto di famiglia a piattaforma telematica e nuova card, le proposte per sostituire i voucher.

Sulla Riforma dei voucher lavoro ci sono diverse proposte, che in alcuni casi prevedono la differenziazione fra le prestazioni di lavoro accessorio nelle imprese e nelle famiglie. In linea generale, nella maggior parte dei casi è previsto l’innalzamento della retribuzione oraria (a 12 euro, dai precedenti 10 euro), e vengono previsti paletti per quanto riguarda le tipologie di lavoro e i settori a cui si applicano le nuove regole. Le proposte sono contenute negli emendamenti presentati in commissione Bilancio alla Camera in sede di legge di conversione della manovra bis. Ricordiamo innanzitutto che la necessità di Riforma della disciplina del lavoro accessorio nasce dopo l’abrogazione della precedente normativa da parte del Governo.

Di fatto, sono stati eliminati gli articoli del Jobs Act relativi ai voucher lavoro, che dallo scorso 17 marzo non si possono più acquistare (si possono solo utilizzare, fino al 31 dicembre 2017, quelli precedentemente acquistati). Il Governo si è impegnato, in sede di Def (documento di economia e Finanza) ad approvare una nuova normativa entro il prossimo mese di luglio. E, come detto, nell’ambito della manovra bis è iniziata la discussione parlamentare sulle diverse proposte. Vediamole.

=> Voucher lavoro, nuova legge entro luglio

I deputati del Partito Democratico propongono l’introduzione di un “libretto famiglia” per retribuire le prestazioni di lavoro occasionale rese a favore di committenti non professionali. Si tratta delle seguenti prestazioni: piccoli lavori domestici a carattere straordinario, compresa l’assistenza domiciliare ai bambini e alle persone anziane, ammalate o con handicap; insegnamento privato supplementare, piccoli lavori di giardinaggio, pulizia e manutenzione dell’abitazione, realizzazione di manifestazioni sociali, sportive, culturali o caritatevoli, organizzate da soggetti non aventi finalità di lucro o da Comuni con popolazione inferiore ai 10mila abitanti. C’è un tetto massimo al reddito che può derivare da queste prestazioni, pari a 5mila euro all’anno. Il limite per ciascun committente è pari a 1500 euro. Il datore di lavoro, invece, può spendere al massimo 7mila 500 euro. La retribuzione minima oraria è pari a 12 euro lordi, rivalutata in base all’inflazione. Si pagano i contributi (il 25% alla gestione separata e il 7% all’INAIL), il reddito è esentasse, e questo tipo di lavoro occasionale è compatibile con lo status di disoccupato. Per le imprese, invece, il Pd pensa ad ampliare le regole del lavoro a chiamata, eliminando gli attuali paletti di età (per cui questi contratti sono applicabili solo ai giovani o agli over 55).

La proposta della Lega Nord prevede l’istituzione di una card per il lavoro temporaneo, per retribuire determinate prestazioni. Importo massimo annuo 7mila euro. Possono essere titolari della card i disoccupati da oltre un anno, casalinghe e pensionati, giovani di età inferiore a 25 anni regolarmente iscritti a un ciclo di studi presso un’università o presso un istituto scolastico di qualunque ordine e grado, disabili e soggetti in comunità di recupero. Le tipologie di lavoro che possono essere retribuite in questo modo: piccoli lavori domestici di carattere straordinario, insegnamento privato supplementare; piccoli lavori di giardinaggio, di pulizia e di manutenzione di edifici, strade, parchi e monumenti, realizzazione di manifestazioni sociali, sportive, culturali o caritative, collaborazione con enti pubblici e organizzazioni di volontariato per lo svolgimento di lavori di emergenza, attività agricole di carattere stagionale, prestazioni a carattere stagionale rese nei settori turistico-alberghiero e ricettivo, vendite di fine stagione.

Il Movimento 5 Stelle prevede l’istituzione di una piattaforma telematica, per retribuire sia prestazioni verso imprese sia fra privati, in ogni caso senza superare il reddito di 7mila euro annui. Le imprese non possono pagare con questa modalità più del 10% delle spese per il personale. Compenso minimo orario 12 euro, contributi previdenziali al 13% (più il 7% Inail), reddito esentasse.

Una proposta dei deputati del gruppo misto prevede l’istituzione di un’apposita piattaforma telematica INPS per le prestazioni di lavoro occasionale, che devono limitarsi a un massimo di 700 ore annue, per un compenso massimo complessivo di 5mila euro. Retribuzione minima 7,5 euro.