Colf e badanti: boom di offerte di lavoro

di Teresa Barone

9 Luglio 2024 10:05

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Nel 2025 il fabbisogno di lavoratori domestici è destinato ad aumentare in maniera sensibile, coinvolgendo oltre 2 milioni di unità tra colf e badanti.

Il fabbisogno di colf e badanti nel 2025 sarà pari a circa 2 milioni 288mila unità, lavoratori domestici chiamati a fornire assistenza in tutte le regioni italiane.

Sono stime che emergono nell’ambito del Rapporto 2024 “Family (Net) Work – Laboratorio su casa, famiglia e lavoro domestico”, presentato Assindatcolf e dal Centro Studi e Ricerche Idos.

Le offerte di lavoro per collaboratori domestici sono destinate ad aumentare in modo progressivo, coinvolgendo 1 milione 524mila lavoratori stranieri e 764mila italiani.

La ricerca dal titolo “Il fabbisogno di manodopera italiana e straniera nel comparto del lavoro domestico in Italia. Stima 2023-2025 per regioni”, fa il punto sulle famiglie con lavoratori già in regola e i datori di colf e badanti senza contratto, ma traccia anche un quadro delle persone che vorrebbero assumere e che non hanno ancora provveduto.

Secondo il report, la richiesta potenziale riguarda circa 1 milione e 25mila badanti e 1 milione 262mila colf.

A guidare la classifica regionale del fabbisogno di collaboratori domestici sono la Lombardia e il Lazio, seguite dalla Sicilia, Campania e Puglia.

Al primo posto tra le regioni con la maggiore presenza di badanti, invece, si colloca la Lombardia con 141mila lavoratori, seguita da Campania (98mila), Sicilia (97mila), Lazio (93mila) e Puglia (86mila).

Il numero crescente di nuclei bisognosi di assistenza domestica in Italia va di pari passo con la crisi demografica del Paese e il cronico invecchiamento degli autoctoni.

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Lo ha affermato Luca Di Sciullo, presidente del Centro Studi e Ricerche Idos, secondo cui alle criticità strutturali (fabbisogno di cura e denatalità) gli immigrati potrebbero dare un apporto ancor più apprezzabile se si razionalizzassero le politiche di ingresso e permanenza in Italia, e in particolare quelle per l’inserimento occupazionale.