Incentivi assunzioni donne: settori e professioni

di Barbara Weisz

30 Novembre 2018 16:00

Decreto ministeriale con le professioni e i settori con disparità uomo donna superiore al 25% della media, per il diritto alle agevolazioni contributive sulle assunzioni.

Imprenditori e dirigenti, di grandi aziende e PMI, professioni tecniche, vertici della pubblica amministrazione, persino esponenti degli organi legislativi: sono tutte professioni caratterizzate da un tasso di disparità di genere superiore al 25% della media, per cui spettano incentivi alle assunzioni femminili.

L’elenco di settori e mansioni caratterizzate da questo tasso di disparità è pubblicato con decreto interministeriale del 28 novembre, che rende utilizzabile l’agevolazione prevista dall‘articolo 4 della legge 92/2012. Si tratta di uno sgravio contributivo al 50% per 12 o 18 mesi, a seconda che il contratto sia a tempo determinato o indeterminato.

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L’agevolazione spetta per le assunzioni di disoccupati da almeno 12 mesi che abbiano più di 50 anni, oppure donne di qualsiasi età prive di impiego regolarmente retribuito da almeno sei mesi residenti in zone ammissibili ai fondi strutturali Ue oppure occupare in settori o professioni caratterizzate da un tasso di disparità superiore al 25% rispetto alla media.

Per quanto riguarda i settori, il più “maschile” sono le costruzioni (disparità superiore all’80%), seguito da acqua e gestione rifiuti (intorno al 75%). Gap superiore al 50% anche per industria estrattiva, trasporto e magazzinaggio, energia. Ecco la tabella precisa:

E veniamo alle professioni. Alcuni dati non stupiscono, ad esempio l’altissima preponderanza di uomini nelle forze armate. In realtà, la differenza più marcata riguarda artigiani e operai specializzati dell’industria estrattiva, dell’edilizia e della manutenzione degli edifici. Fra i dati rilevanti, il gap superiore al 70% nelle professioni tecniche in campo scientifico, ingegneristico e della produzione (85% di uomini contro il 15% di donne), ingegneri, architetti e professioni assimilate (il differenziale è intorno al 60%).

Fra gli imprenditori, si può spezzare una lancia a favore delle PMI: in generale, la professione è a forte preponderanza maschile, ma il gap è decisamente meno vistoso fra le piccole imprese. Nel dettagli, nella grandi imprese ci sono l’82% di imprenditori, amministratori e direttori uomini contro il 18% di donne, nelle realtà di minori dimensioni, uomini al 65% e imprenditrici donne al 35%.

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Da segnalare, infine, la presenza in questa poco edificante classifica dei dipendenti con qualifiche elevate delle pubbliche amministrazioni, ovvero: membri dei corpi legislativi e di governo, dirigenti ed equiparati dell’amministrazione pubblica, nella magistratura, nei servizi di sanità, istruzione e ricerca e nelle organizzazioni di interesse nazionale e sovranazionale.

Con una battuta, si potrebbe dire che le donne parlamentari, o consigliere regionali, dovrebbero avere uno stipendio più alto degli uomini. In realtà, a onor di cronaca bisogna dire che nella PA il gap non è elevato, attestandosi al 13,8%. Ma è comunque superiore di un quarto rispetto al valore medio, che è all’11,5%. Ecco infine la tabella con i dati delle professioni:

Professione Uomini % Donne % Tasso di disparità
Artigiani e operai specializzati dell’ industria estrattiva, dell’edilizia e della manutenzione degli edifici 98% 2% 96%
Conduttori di veicoli, di macchinari mobili e di sollevamento 98% 2% 95,9%
Sergenti, sovraintendenti e marescialli delle forze armate 97,8% 2,2% 95,6%
Artigiani ed operai metalmeccanici specializzati e installatori e manutentori di attrezzature elettriche ed elettroniche 97,2% 2,3% 94,5%
Ufficiali delle forze armate 95,7% 4,3% 91,4%
Truppa delle forze armate 95,7% 4,3% 91,3%
Agricoltori e operai specializzati dell’agricoltura, delle foreste, della zootecnia, della pesca e della caccia 86% 14% 71,9%
Conduttori di impianti industriali 85,9% 14,1% 71,8%
Professioni tecniche in campo scientifico, ingegneristico e della produzione 85,1%  14,9% 70,1%
Professioni non qualificate nella manifattura, nell’estrazione di minerali e nelle costruzioni 82,4% 17,6% 64,8%
Imprenditori, amministratori e direttori di grandi aziende 82,3% 17,7% 64,6%
Ingegneri, architetti e professioni assimilate 80,1% 19,9% 60,2%
Specialisti in scienze matematiche, informatiche, chimiche, fisiche e naturali 75,5% 24,5% 51%
Professioni non qualificate nell’agricoltura, nella manutenzione del verde, nell’allevamento, nella silvicoltura e nella pesca 74,7% 25,3% 49,9%
Artigiani ed operai specializzati della meccanica di precisione, dell’artigianato artistico, della stampa ed assimilati 72,9% 27,1% 45,8%
Operai semiqualificati di macchinari fissi per la lavorazione in serie e operai addetti al montaggio 68,6% 31,4% 37,2%
Imprenditori e responsabili di piccole aziende 65,1% 34,9% 30,2%
Operatori di macchinari fissi in agricoltura e nella industria alimentare 64,8% 35,2% 29,7%
Artigiani e operai specializzati delle lavorazioni alimentari, del legno, del tessile, dell’abbigliamento, delle pelli, del cuoio e dell’industria dello spettacolo 61,3% 38,7% 22,7%
Professioni non qualificate nel commercio e nei servizi 57,9% 42,1% 15,8%
Membri dei corpi legislativi e di governo, dirigenti ed equiparati dell’amministrazione pubblica, nella magistratura, nei servizi di sanità, istruzione e ricerca e nelle organizzazioni di interesse nazionale e sovranazionale 56,9% 43,1% 13,8%