PMI e cultura digitale: il rilancio del business passa dalla fiducia

di Anna Fabi

Pubblicato 30 Agosto 2021
Aggiornato 9 Settembre 2021 06:49

Cultura digitale per rilanciare il business di una PMI alle prese con la difficile ripartenza economica, in un mercato condizionato dalla crisi Covid.

Per capire quale attinenza può avere un grande valore come la fiducia con la cultura digitale e un’azienda, partiamo proprio dal concetto di cultura digitale, che abbraccia tematiche profonde e ampie: dalla riorganizzazione aziendale (compresi gli equilibri e le relazioni tra le persone) all’innovazione, dall’implementazione tecnologica al modo con cui è possibile comunicare la trasformazione. Cultura digitale non significa solo sviluppo tecnologico. La decisione di abbracciare la cultura digitale, oggi più che mai, diventa necessaria per rilanciare con successo il business di una PMI. Essere fluidi, competitivi e pronti alle sfide che il mercato propone è di vitale importanza per le nostre imprese che, lo sappiamo, stanno attraversando un momento particolare e delicato.

Concetti e teorie che in tanti conoscono bene. Il problema però oggi è capire da dove partire: dove cominciare questa rivoluzione che permetterà di rilanciare l’azienda, la propria attività artigiana, il proprio negozio? Dalle persone che ne fanno parte e dalla loro fiducia. Diceva F. Stephen R. Covey che «un’organizzazione adulta è quella in cui le persone hanno le conoscenze, le capacità, il desiderio e l’opportunità di avere successo a livello personale in un modo che porta al successo di tutta l’organizzazione».

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Ci si sta meritando la fiducia dei collaboratori? Ma soprattutto: i nostri collaboratori hanno fiducia in noi? Non è una domanda retorica, ma uno spunto importante su cui riflettere. Spesso ci si concentra su attività e politiche di promozioni dei nostri prodotti/servizi, si cerca di ammaliare clienti, di conquistare la loro fiducia e fedeltà. Tutto corretto, ovviamente, ma i nostri collaboratori? Ai propri dipendenti, coloro che ci permettono di portare avanti il nostro business, quale attenzione stiamo riservando? Si dà loro la giusta fiducia? Gli si permette di crescere, partecipare, proporre, desiderare di avere un successo personale anche nella nostra PMI? Ogni anno Great Place to Work Institute analizza e premia le organizzazioni che presentano ambienti di lavoro eccellenti, pubblicando anche la lista dei Best Workplaces in Italia. Ciò che rende speciale questo elenco è che la classifica è originata in gran parte dal giudizio delle persone che, compilando il questionario, assegnano alla propria azienda il titolo di Best Workplace. E quali sono i parametri che si valutano?

  • Relazione di fiducia reciproca con il management aziendale
  • rapporto di orgoglio per il proprio lavoro e per l’organizzazione di cui si fa parte
  • qualità dei rapporti con i colleghi.

Queste tre relazioni si sviluppano secondo cinque dimensioni:  credibilità, rispetto ed equità misurano la fiducia dei dipendenti nei loro manager, orgoglio e cameratismo, mirano a valutare il rapporto dei dipendenti con il loro lavoro e la loro azienda, le loro sensazioni riguardo ad essi e il divertimento nel luogo di lavoro con gli altri colleghi. Quello che è importante comprendere, qui e subito, è che questi parametri non sono semplici indicatori adatti a grandi aziende, ma sono oggi più che mai necessari anche per le nostre piccole aziende. Non esiste libro, corso o consulente che potrà sostituirsi al dirigente nella propria attività. Il primo ad essere convinto di voler fare questo passo per poter rilanciare il tuo business deve essere proprio lui. L’alternativa sarà quella di assistere impassibili a ciò che il destino, il mercato, ma anche la propria scelta di rimanere immobile deciderà per noi e per la nostra PMI.