Fare impresa, alternativa al lavoro dipendente

di Nicola Santangelo

Pubblicato 9 Febbraio 2011
Aggiornato 12 Febbraio 2018 20:40

Il rapporto ISTAT ISTAT Noi Italia pubblicato nei giorni scorsi evidenzia come il tasso di imprenditorialità  nel nostro Paese sia 3 volte superiore alla media europea. Perchè? La causa è il basso tasso di occupazione.
La disoccupazione, infatti, è il movente che conduce sempre più i giovani a fare piccola impresa: in Italia, in effetti, si riscontrano 7 imprese ogni 100 abitanti. Il neo-imprenditore deve però fare i conti con una realtà  nuova e sconosciuta, un percorso che, per certi versi, è anche ostile e faticoso soprattutto se si guarda alle tasse e alle burocrazia.

Di contro, i fattori che determinano il successo sono parecchi e non sotto-valutabili: motivazione, attitudine personale, capacità  professionale, conoscenza del mercato nonché mezzi finanziari e investimenti.

Non esistono attività  con un rischio d'impresa pari a zero, tuttavia occorre tenere bene a mente che maggiore è il rischio che si affronta più alti saranno i risultati, e quindi gli utili.
Per cominciare, dunque, il neo-imprenditore dovrà  individuare la migliore iniziativa imprenditoriale, con lo scopo di minimizzare al massimo il rischio d'impresa.

La percentuale di fallimento è decisamente maggiore all’avvio dell’attività , poiché il manager dovrà  imparare a competere sul mercato e quindi a fronteggiare la concorrenza che, in molti casi, si rivela più spietata di quanto si possa immaginare.
Giorno dopo giorno il neo-imprenditore imparerà  a prevenire errori e a conquistare successi ottenendo lentamente risultati sempre più soddisfacenti.

La prima esperienza imprenditoriale può essere la distribuzione. L'imprenditore acquisterà  prodotti direttamente dal produttore e li rivenderà  al consumatore finale senza apportare alcuna modifica al prodotto stesso, ma semplicemente incrementando il prezzo di una percentuale, definita margine, che rappresenta il proprio profitto.
L'impresa sarà  legata al proprio fornitore da un contratto di vendita e la proprietà  dei beni passa al momento del pagamento della fattura. L'impresa potrà  scegliere di avere più fornitori anche contemporaneamente.

Altra opportunità  da non sottovalutare è la cessione d’azienda, ossia acquistare un'azienda già  operativa e messa in vendita dal titolare. L'Italia è terreno fertile per la compravendita delle aziende e di esercizi commerciali quali bar, piccoli negozi, pizzerie e così via.

In altri casi ancora, è possibile affiliarsi in franchising, un’opportunità  di fare impresa molto interessante che permette di ridurre al massimo il rischio d'impresa e al contempo offre la migliore possibilità  di successo anche grazie al passaggio di know-how dal franchisor al franchisee nonché alla formazione continua fornita all'affiliato.

Le predette soluzioni non devono per forza essere alternative ma possono essere sfruttate anche parallelamente. E’ possibile, infatti, che il neo-imprenditore voglia ampliare la gamma di prodotti da vendere ritagliando un angolo del proprio negozio da dedicare ad un brand noto. In tal caso si parla di corner in franchising. E’ questa un'attività  fortemente sviluppata in America ma ancora in fase embrionale in Europa.