L’economia mondiale sta attraversando una tra le peggiori crisi della storia, nonostante la difficile congiuntura le imprese si dimostrano fiduciose nelle proprie possibilità di ripresa.
A darne ulteriore conferma uno studio condotto dalla Economist Intelligence Unit per conto di Atradius – operatore nel settore Assicurazione Crediti Commerciali – e intitolato “E’ tempo di verifiche – investire e fare affari in Europa Centrale ed Orientale“, dal quale emerge un certo ottimismo delle imprese, ritenendo questi mercati non ancora saturi e presentano margini di crescita pura e non basata sui tagli.
Lo studio è stato realizzato mediante una serie di sondaggi, condotti su oltre 300 tra senior manager e CEO di imprese con sede Ue, Usa e mercati emergenti dell’area ECO, sulla capacità dei paesi dell’Europa Centrale e Orientale di fronteggiare la crisi globale.
Ne esce un quadro di generale ottimismo, tra le imprese: nonostante le ovvie preoccupazioni per l’economia non prevedono per i prossimi tre anni sostanziali riduzioni nel volume di affari relativo ai paesi in questione.
Per il 2009, relativamente all’impatto della crisi economica sulle attività aziendali legate ai paesi dell’Europa Centrale e Orientale, il 40% del campione crede che sarà moderato, mentre il 30% pensa che sarà significativo o grave. Due imprese su tre dichiarano di aspettarsi delle difficoltà di finanziamento per le loro attività in queste aree, ma solo il 14% prevede una conseguente contrazione delle attività nella regione, il 15% è invece già alla ricerca di finanziamenti del capitale addizionali.
Guardando più a lungo termine, per i prossimi tre anni, il 61% degli imprenditori prevede un aumento di oltre il 6% degli scambi e degli investimenti – più in generale il 90% stima un aumento della crescita annua degli utili – nell’area ECO. Stime queste che lascerebbero intendere determinate aspettative da parte delle imprese in un rimbalzo delle economie dei paesi dell’Europa Centrale e Orientale nel biennio successivo ad un 2009 alquanto difficoltoso.
Dal punto di vista geografico le imprese sembrano intenzionate a puntare ancora sulla Polonia per i prossimi tre anni, anche mostrano sempre maggiore interesse per i Balcani. Le imprese sembrano inoltre guardare all’America Latina e al Sud-est Asiatico, agevolate dalla prevista crescita della popolazione per il prossimo decennio, che viene vista dalle imprese come un vantaggio importante, in controtendenza rispetto al previsto calo nei paesi dell’Europa Centrale e Orientale. L’aumento della prosperità di questi mercati gioca però un ruolo centrale, tanto che il 25% dei manager vede lo sviluppo economico ed il cambiamento delle tecnologie nei paesi dell’Europa Centrale e Orientale come un’opportunità .
A frenare le imprese nel lanciarsi sui mercati emergenti vi sarebbe in primo luogo la burocrazia vista spesso come eccessiva o nebulosa; le preoccupazioni legate alle infrastrutture inadeguate, alla penuria di competenze e all’aumento del costo del lavoro. Relativamenre alla Romania e alla Bulgaria un’ulteriore difficoltà è rappresentata dalla corruzione.
Il rapporto, come molti altri commissionati da Atradius, si pone l’obiettivo di far conoscere, alle aziende che intendono intraprendere degli scambi con i mercati emergenti, le grandi opportunità , ma anche i rischi, ad essi legati.
In una visione, ben sintetizzata dal motto “Managing risk, enabling trade” (Gestire il rischio, agevolare il commercio), Atradius si pone la mission di aiutare le imprese a comprendere e cogliere le opportunità che i progressi nelle comunicazioni globali e nei trasporti e la trasformazione delle economie verso il libero commercio offrono per il commercio internazionale e quindi per la competitività delle imprese stesse. Il tutto però tenendo sotto controllo i rischi.