Quinto Conto Energia e Rinnovabili: taglio incentivi per imprese Fotovoltaico

di Francesca Vinciarelli

Pubblicato 13 Aprile 2012
Aggiornato 13 Ottobre 2013 09:47

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Quinto Conto Energia e Decreto Rinnovabili: imprese del Fotovoltaico preoccupate per i tagli agli incentivi annunciati dal Governo, anche se la reazione dei mercati positiva e il ministro Clini plaude alle prime vere liberalizzazioni.

I due decreti ministeriali che revisionano gli incentivi alle Rinnovabili, di cui uno esclusivo per il Fotovoltaico (il Quinto Conto Energia), sono stati anticipati dal Governo con una presentazione congiunta, scatenando però polemiche e forti preoccupazioni.

Rinnovabili: tagli e liberalizzazioni

Nel Quinto Conto Energia e nel decreto ministeriale che riguarda gli incentivi per gli impianti eolici, idrici, geotermici e da biomasse sono stati sì previsti dei tagli, ma il Governo non smetterà di puntare sullo sviluppo delle fonti rinnovabili, ha sottolineato Clini.

Per il ministro, infatti,  le fonti rinnovabili rappresentano le «prime vere liberalizzazioni» ed è per questo che «mettono in difficoltà Enel», perché «il sistema elettrico italiano è ancora un sistema di monopolio benché frazionato tra operatori ma incardinato su una grande rete unica».

Il ministro ha poi rassicurato le imprese del settore Rinnovabili: «la preoccupazione principale che abbiamo è quella di sostenere, attraverso gli incentivi e le fonti rinnovabili, una filiera produttiva che nel nostro Paese è molto importante».

Preoccupazione per le imprese

Nonostante le parole di Clini, il settore non dorme sonni tranquilli. Ad esempio Alessandro Cremonesi, presidente del Comitato IFI (Industria Fotovoltaicia Italiana) si dimostra preoccupato perché secondo quanto preannunciato da Clini e Passera – in assenza di un testo ufficiale del Decreto Interministeriale sul Quinto Conto Energia – «sembra ci siano tutti gli ingredienti per cancellare l’industria nazionale fotovoltaica dal panorama economico, produttivo e occupazionale del Paese».

Francesco Ferrante, responsabile delle politiche sui cambiamenti climatici ed energia del Pd, e Roberto Della Seta, capogruppo in Commissione Ambiente, hanno invece criticato l’introduzione del registro per impianti anche di piccola taglia: «se già le aste previste dal decreto Romani per i grandi impianti erano di difficile praticabilità, adesso l’introduzione di registri per impianti relativamente piccoli (da 12 KW per il fotovoltaico e da 50 KW per gli altri) rischia di vanificare tutto l’impianto e renda impossibile il raggiungimento degli stessi obiettivi che si dichiarano in premessa. Sembra che la preoccupazione, peraltro condivisa, di tenere sotto controllo la quantità totale degli incentivi che pesano in bolletta abbia prevalso sulla costruzione di un sistema semplice, efficace ed efficiente».

Aspre poi, in generale, le critiche verso un Governo che nel mettere a punto misure così cruciali non ha coinvolto le associazioni del settore.

La proposta ANIE/GIFI

Timore per il futuro del fotovoltaico è stato espresso anche da ANIE/GIFI: il Decreto firmato dai Ministri Passera e Clini «invece di disinibire lo sviluppo sostenibile del settore ha posto le basi per il rapido dissolvimento della filiera nazionale. In questo modo si vanificano gli investimenti fatti ed i 6 miliardi di spesa annui già impegnati per i prossimi 20 anni».  Una battuta di arresto per il fotovoltaico subisce «che mette a rischio decine di migliaia di posti di lavoro. Già annunciata la cassa integrazione per centinaia» si legge in un comunicato.

Per «delineare l’uscita graduale dalla dipendenza dagli incentivi e preparare la strada ad un vero e proprio sviluppo industriale a lungo termine del comparto», spiega il  Presidente GIFI-ANIE, Valerio Natalizia, il Quinto Conto Energia non dovrebbe entrare in vigore  prima del 1° ottobre 2012, per non penalizzare le imprese che hanno già investito nel settore.

In più «dovrebbe essere strutturato senza registri ma con un sistema che al crescere della potenza installata preveda la diminuzione dell’incentivo» che sia «in linea con l’obiettivo dei 7 miliardi annui, sostenibile per l’investimento e adattato ai reali prezzi di mercato in modo da garantire i finanziamenti degli impianti in un momento in cui il costo del debito è raddoppiato».

E per premiare gli impianti virtuosi e lo sviluppo tecnologico bisognerebbe «prevedere il premio per gli interventi di efficienza energetica, per la rimozione e la bonifica dall’eternit nonché il sostegno all’autoconsumo dell’energia prodotta».

Reazione dei mercati

Intanto la reazione dei mercati alla notizia del Quinto Conto Energia, ma anche del decreto per le altre fonti rinnovabili, non si è fatta attendere: i titoli sono subito saliti a Piazza Affari, a dispetto dell’andamento degli indici.

Una buona notizia, nonostante la stretta sugli incentivi, derivante dal fatto che nelle linee guida dei decreti ministeriali sui nuovi incentivi si prevede un aumento della produzione di energie da fonti rinnovabili e che invece il taglio degli incentivi era previsto e quindi era già stato incorporato nei prezzi.