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Mutui: tassi in discesa, giro di boa atteso a giugno

di Anna Fabi

11 Aprile 2024 09:20

Leggera flessione del costo dei finanziamenti a famiglie e imprese, in calo anche il tasso sui mutui: i dati della Banca d'Italia sul mercato del credito.

Prosegue la discesa dei tassi sui mutui seppur con flessioni limitate, e scende anche il costo del credito al consumo e dei prestiti alle imprese, pur rimanendo stagnante la domanda.

Sono le principali evidenze della nuova pubblicazione “Banche e moneta” a cura della Banca d’Italia, la quale fotografa l’andamento del mercato del credito.

Costo del denaro in diminuzione

Il tasso sui mutui registrato a febbraio è sceso al 4,31% (dal 4,38% in gennaio). In calo anche il TAEG sulle nuove erogazioni di credito al consumo, al 10,59% (dal 10,75% nel mese precedente).

Per quanto riguarda le imprese, il tasso medio sui nuovi prestiti alle società non finanziarie è pari in febbraio al 5,34% (dal 5,48% del mese precedente), con il 5,81% sugli importi fino a 1 milione di euro e il 5% per i prestiti sopra tale soglia.

Infine, i tassi passivi sul complesso dei depositi in essere sono stati pari all’1,02 per cento, in lievissimo aumento dall’1% del mese precedente.

Credito: domanda ancora debole

I finanziamenti stanno diventando meno cari dopo che si è fermata la stretta monetaria della BCE (Banca centrale europea), ma questo non si sta riflettendo in un aumento delle richieste di prestiti da parte di imprese e famiglie: i dati segnalano un lieve miglioramento, che tuttavia è quasi impercettibile.

Le prossime mosse di politica monetaria di giugno, quando potrebbe esserci finalmente un taglio dei tassi, potrebbero imprimere un’ accelerata alla domanda di credito.

Il numero dei prestiti al settore privato è sceso del 2,5% su base annuale, una contrazione leggermente ridotta rispetto al -26% di gennaio dovuto alle imprese (-3,8% da -3,9 del mese precedente). I finanziamenti alle famiglie sono completamente piatti (-1,3% sui 12 mesi, come a gennaio).

Infine, i depositi del settore privato sono diminuiti dell’1,2% sui 12 mesi (-2,0% in gennaio), mentre la raccolta obbligazionaria è aumentata del 18%, tre punti percentuali in meno rispetto al 21% di gennaio.