Accesso al credito PMI: le opportunità del rating

di Anna Fabi

Pubblicato 20 Gennaio 2020
Aggiornato 1 Gennaio 2021 07:47

Credit crunch per le PMI italiane, che godono di buona salute creditizia ma non sfruttano la leva del rating certificato per ottenere migliori condizioni in banca.

PMI italiane in buona salute creditizia. E’ quanto emerge dall’analisi condotta dall’agenzia di rating fintech modeFinance – agenzia di rating FinTech certificata Cra ed Ecai  dall’Esma – su un campione di circa 50mila piccole e medie imprese, che risultano in calo sia l’indebitamento (dal 3.60 al 2.89) che le aziende in perdita (nel 2015 oltre 5.700, nel 2018 circa 4.200).

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L’analisi modeFinance  rivela un fatturato medio in crescita del 16%, un leggero calo per il ROE (redditività) ed un andamento stabile per il ROCE (redditività degli investimenti).

La mancanza di un rating certificato, tuttavia, penalizza le PMI nei confronti delle banche nel momento in cui tentano la strada dell’accesso al credito, come evidenziano i dati Banca d’Italia, le proiezioni dell’Osservatorio Conferesercenti, i report Unimpresa.

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Il trend negativo dei finanziamenti a breve e medio termine del 2018-2019 non ha invertito la rotta, soprattutto per le micro e piccole aziende. In difficoltà sono soprattutto le realtà del commercio e del turismo. E la difficoltà di accesso al credito riguarda tutti i distretti industriali italiani, interessando il 20% circa della sistema produttivo del Paese.

Da qui la riflessione sulle potenzialità di un rating certificato come leva di finanziamento (tradizionale o di finanza alternativa). L’assenza del rating, infatti, impone alle banche (per via di Basilea III) di accantonare il 100% dell’importo concesso come riserva di capitale: u ovvio deterrente per qualunque istituto di credito.