‘Azioni Sviluppo’: un nuovo strumento finanziario per medie imprese

di Marianna Di Iorio

15 Marzo 2007 10:20

Azioni Sviluppo è un nuovo strumento finanziario reso possibile dall'accordo tra Borsa Italiana e Assolombarda e rivolto alle medie imprese quotate

Nel corso di un convegno organizzato ieri presso la sede di Assolombarda, associazione delle imprese industriali e del terziario nell’area milanese, è stato presentato un nuovo strumento finanziario, Azioni Sviluppo.

Si tratta di un’iniziativa, resa possibile grazie all’accordo raggiunto tra Borsa Italiana e Assolombarda con la collaborazione di Mediobanca e Studio Legale Bonelli Erede Pappalardo, che ha lo scopo di finanziare la crescita delle medie imprese senza che gli imprenditori perdano il controllo.

In particolare, si tratta di una nuova categoria di azioni, in linea con la riforma del diritto societario del 2003, per consentire di valorizzare il ruolo dell’imprenditore attraverso la possibilità di mantenere il controllo dell’impresa a condizione che siano raggiunti risultati positivi, chiari e valutabili.

Nel caso in cui, invece, si verifichi un mancato raggiungimento di tali risultati le azioni saranno convertite in ordinarie, ossia in quelle che assegnano diritti patrimoniali come il diritto al rimborso del capitale nel caso di scioglimento della società e diritti amministrativi come quello di voto nell’assemblea ordinaria.

Il nuovo strumento finanziario dovrebbe, quindi, garantire l’acquisizione di risorse finanziarie per realizzare progetti di sviluppo di medio e lungo termine. Lo strumento delle Azioni Sviluppo si rivolge in particolar modo alle medie imprese quotate, ma può essere idoneo anche a sostenere la crescita di aziende non quotate in quanto l’emissione delle azioni saranno considerate come premessa per un successivo passaggio alla quotazione.

«Per difendere il controllo gli imprenditori di fatto bloccano la crescita delle imprese», ha affermato Giorgio Basile, consigliere incaricato per la ricerca e l’innovazione di Assolombarda, aggiungendo che l’atteggiamento di difesa degli imprenditori «non deve essere demonizzato ma va considerato un valore».