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Legge di Stabilità, il testo in pubblicazione

di Alessandro Vinciarelli

Pubblicato 14 Novembre 2011
Aggiornato 21 Novembre 2011 10:24

Legge di Stabilità in pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale: le misure approvate su pensioni, bilancio dello Stato, professioni e lavoro.

Legge di Stabilità pronta per la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale: moltissime le misure definite all’interno della nuova norma – che nel passaggio alla Camera ha ottenuto 380 voti a favore e 26 pareri negativi – in tema di pensioni ma anchelavoro e professioni.

Pensioni

La Legge di Stabilità 2012 stabilisce che dal 2026 uomini e donne vadano in in pensione (di vecchiaia) a 67 anni, fino a raggiungere soglia 70 anni attorno al 2050.

Ordini professionali

In arrivo anche la riforma degli ordini professionali, da concludere entro 12 mesi, con la liberalizzazione e l’eliminazione delle tariffe minime.

Pacchetto Lavoro

Il pacchetto lavoro, prevede invece da gennaio 2012 e specificamente per i contratti di apprendistato stipulati entro il 31 dicembre 2016, uno sgravio contributivo del 100% per i periodi contributivi maturati nei primi tre anni di contratto. Tali misure sono valide per i datori di lavoro con aziende fino a un massimo di 9 lavoratori.

Dismissioni

Tra le altre indicazioni normative si evidenziano la dismissione degli immobili pubblici a favore di fondi comuni d’investimento immobiliare, la vendita di terreni agricoli di stato con la possibilità di modifica della destinazione urbanistica, un ulteriore aumento delle accise sulla benzina e sul gasolio, la possibilità di commissariamento per gli enti locali in debito, così come la mobilità per gli statali in eccedenza.

Misure assenti

Rispetto alla lettera di intenti scritta da Berlusconi alla Ue nei giorni scorsi, nel testo del maxi-emendamento alla Legge di Stabilità non compaiono indicazioni sul Piano Sud nè indirizzi sulla privatizzazione degli enti locali. Inoltre, dopo le polemiche sollevate da opposizione e sindacati non vi è traccia neppure della riforma dell’articolo 18 dello Statuto dei Lavoratori che, in nome della libertà d’impresa, avrebbe dato più spazio ai cosiddetti licenziamenti facili.