DL Sviluppo bis: novità per PMI e professionisti

di Barbara Weisz

Pubblicato 5 Dicembre 2012
Aggiornato 12 Febbraio 2014 10:26

In fase di conversione l'impianto del Decreto Sviluppo bis resta confermato ma con modifiche per PMI, Professionisti, Appalti, Turismo, Project Bond e Infrastrutture: il testo nell'aula del Senato, con fiducia.

Project bond, PMI, contratti pubblici e di rete: sono alcuni degli ambiti in cui scattano le novità per le imprese, contenute nella legge di conversione del Decreto Sviluppo bis in Aula al Senato, con approvazione finale entro il 18 dicembre.

Dopo il via libera delle commissioni del Senato, il testo è arrivato nell’aula di Palazzo Madama dove, entro il 6 dicembre si attende il maxi-emendamento del governo blindato dalla fiducia. Ma come sempre i colpi di scena sembrano dietro l’angolo.

I due capitoli principali sono rimasti quelli dedicati a start up e agenda digitale.

=>Leggi lo Schema del DL Sviluppo bis
=>Scopri le nuove misure per start up innovative

Le novità in Senato

Vediamo una sintesi delle principali novità approvate in commissione, di interesse per PMI e professionisti.

PMI: il 25% dei fondi destinati ai grandi progetti di ricerca e innovazione vengono destinati a prodotti o servizi innovativi delle PMI, anche in forma associata.

Professionisti: giallo su un emendamento che li esclude dalla compensazione dei crediti con la PA per mancanza di copertura; confermato poi l’obbligo di accettare pagamenti in moneta elettronica dal 2014.

=> Leggi anche i nuovi obblighi PEC per i professionisti

Contratti di rete: possono partecipare ai contratti pubblici anche queste forme di aggregazioni fra imprese.

Appalti: dal primo gennaio 2013, la pubblicità legale dei bandi sarà a carico delle imprese e non delle stazioni appaltanti, con spese rimborsate alla stazione appaltante dall’aggiudicatario dei lavori entro 60 giorni.

Turismo: prevista la presentazione di un piano governativo di durata almeno quinquennale.

Project bond: l’ultima formulazione prevede che siano finanziabili attraverso questo strumento obbligazionario solo le infrastrutture di nuova realizzazione, mentre sono escluse le opere già avviate.

Infrastrutture: resta a 500 milioni il tetto per le opere destinatarie del credito d’imposta (respinta l’ipotesi di finanziare le opere sopra i 100 milioni).