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Strategia Energetica Nazionale atto II: gas, petrolio e Rinnovabili

di Noemi Ricci

Pubblicato 27 Settembre 2012
Aggiornato 5 Ottobre 2012 11:08

In arrivo la versione definitiva della Strategia Energetica Nazionale del ministro Passera: ecco cosa prevede sul fronte della produzione di energia da gas, petrolio ed energie rinnovabili.

Potrebbe arrivare in tempi brevi la versione definitiva della Strategia Energetica Nazionale (SEN) del Ministero dello Sviluppo Economico, la cui bozza non ufficiale era circolata nei giorni scorsi.

Prima bozza della Strategia Energetica Nazionale di Passera

I nuovi rumors sulla versione definitiva della SEN parlano di una strategia del ministro Corrado Passera basata su:

  • sviluppo delle estrazioni di petrolio e gas nazionali;
  • potenziamento del ruolo dell’Italia come hub europeo del gas;
  • Rinnovabili elettriche, portando la quota totale di produzione di elettricità fino al 38%.

Idrocarburi

In Italia, sfruttando solo le riserve di idrocarburi nazionali (pari a 700 milioni di tonnellate equivalenti di petrolio e presenti soprattutto in val Padana, Alto Adriatico, Abruzzo, Basilicata e Canale di Sicilia), l’autonomia è di 5 anni. Importando dall’estero si salirebbe a 50 anni.

La produzione di idrocarburi italiana salirebbe, secondo i piani del Governo, dall’attuale 7% del totale consumato in Italia al 12-14% (non più il 20% come precedentemente ipotizzato, forse poco realisticamente, da Passera).

Obiettivo per il raggiungimento del quale sarà necessario cambiare le leggi esistenti, prima di tutto modificando i limiti imposti alle trivellazioni (consentite a partire da 12 miglia di distanza dalla costa) e semplificando le procedure autorizzative introducendo una autorizzazione unica per petrolio o gas invece delle tre richieste oggi (per le esplorazioni sismiche; il pozzo esplorativo; l’avvio della produzione).

Gas

Per quanto riguarda il gas, la Strategia Energetica Nazionale del governo Monti pensa alla messa a punto di nuovi gasdotti e rigassificatori, in grado di annullare il gap di prezzo dell’energia elettrica prodotta dal metano che esiste oggi tra i mercati nord europei e quello italiano, portando il prezzo a 5,7 euro per MWh.

L’ambiziosa, e per molti irrealizzabile, idea del Governo è di far diventare l’Italia il “principale hub sud europeo” in grado di rivendere gas a Paesi come la Spagna, la Grecia, la Francia e magari Croazia, Bosnia e Serbia.

Anche in questo caso sono previste modifiche alle procedure autorizzative, che diventeranno più veloci per la realizzazione di infrastrutture strategiche, con garanzia di copertura dei costi di investimento a carico del sistema. Questo significa che nel caso in cui i privati non riescano a coprire i costi degli investimenti la copertura verrà assicurata dallo Stato (ovvero con le tasse dei contribuenti).

Leggi quanto pesano nella bolletta delle PMI degli incentivi alle rinnovabili

Rinnovabili elettriche

L’ultimo punto della Strategia Energetica Nazionale di Passera punta a far diventare le fonti rinnovabili la prima fonte di produzione di energia elettrica nazionale entro il 2020.

Questo significa portare i consumi dal 23% del 2010 al 38% nel 2020 (a fine 2012 dovremmo raggiungere quota 27%), superando quelli del gas. In più la quota rappresentata dai combustibili fossili nella produzione complessiva di energia elettrica, termica e per i trasporti dovrebbe, secondo i piani, dall’86% al 76%.