Symantec: il nuovo Workflow 7.0

di Giuseppe Goglio

8 Ottobre 2009 09:00

Dalla piena integrazione delle applicazioni frutto dell'acquisizione di Altiris, Symantec si propone nella nuova veste di gestore dei workflow aziendali

Grande o piccolo che sia, semplice o articolato, interno o esterno, per un’azienda il processo rappresenta il fulcro della propria attività. Dal modo con il quale un processo riesce a essere condiviso, a coinvolgere tutti i protagonisti e a tradursi dalle parole alla pratica possono dipendere infatti buona parte delle fortune. Tra gli ostacoli principali, spesso la difficoltà a collegare l’aspetto puramente manageriale al sistema IT retrostante rappresenta un nodo difficile da risolvere. Diventa quindi interessante poter contare su uno strumento in grado di permettere ai dirigenti di esprimere i propri concetti secondo le proprie abitudini e vederli tradotti in modo trasparente in passaggi all’interno dell’infrastruttura informatica.

La gestione ottimizzata del workflow è in questo momento uno degli obiettivi principali di Symantec. Per riuscire a superare i limiti dovuti alla trasformazione in commodity dell’offerta storica, la società sta valorizzando in queste settimane gli investimenti effettuati qualche tempo fa con l’acquisizione di Altiris. In concreto, questo si traduce con le nuove versioni di Workflow 7.0 e Service Desk 7.0, rispettivamente per il supporto alla gestione dei flussi di lavoro aziendali e per l’integrazione più estesa dei processi e dei sistemi già in atto.

"L’acquisizione e il successivo assorbimento di Altiris hanno segnato l’avvio di una grande attenzione al settore della gestione dei processi aziendali a 360° – afferma in esclusiva per PMI.it Leonardo Rava, Senior System Engineer Endpoint Management di Symantec -. A fronte dell’acquisizione, sono partite riflessioni sul concetto di processo e sulla base della conclusione che tutto è un processo siamo arrivati a proporre uno strumento capace di far interagire tutti i prodotti in azienda"

Naturalmente, l’idea principale è fornire un canale preferenziale per i propri prodotti, ma lasciando la massima apertura alla possibilità di integrare applicazioni di terzi, dalla semplice e-mail fino al grande database, e lasciare ampi spazi di personalizzazione.

"Per esempio, se il server di posta ha un problema, Workflow consente di attivare un sistema di monitoraggio in grado di rilevarlo – spiega Rava -. Quindi, il sistema di gestione informa il gestore dei processi il quale si mette al lavoro. Eventualmente, può anche mettersi alla ricerca di un macchina disponibile (fisica o virtuale), accenderla, effettuare un restore e infine mandare un messaggio all’amministratore, il quale in tutto questo tempo può essersi dedicato ad altro e limitarsi a prendere atto della situazione".

Oppure, più banalmente, un software per la gestione dei processi è in grado di farsi carico di tutte le incombenze collegate alla messa a punto di una nuova postazione di lavoro: "Nel tempo necessario a raggiungere la nuova postazione, il sistema è in grado di configurare tutto ciò che serve per cominciare a lavorare nel momento stesso in cui il dipendente accende il pc", aggiunge Rava.

Dal punto di vista pratico, Workflow non nasconde l’ambizione di riuscire a far andare d’accordo management e tecnici IT. Ai primi infatti viene messo a disposizione uno strumento in grado di disegnare i flussi aziendali secondo le proprie abitudini, senza addentrarsi in dettagli tecnici. Spetta poi, al tecnico, o al consulente Symantec, tradurre in pratica il progetto sotto gli occhi degli autori utilizzando un’interfaccia drag&drop in ambiente visuale.

Questo però non significa operare a basso livello: "Resta pur sempre un ambiente di sviluppo, con connessione nativa a livello di programmazione in linguaggio C# e la possibilità di connettersi a Web services piuttosto che direttamente ai database con codice SQL".

Un passaggio strettamente correlato, ma comunque non necessariamente da prendere in considerazione, come sottolinea anche la volontà di presentare due pacchetti software distinti. In ogni caso, in assenza delle giuste competenze in azienda, la stessa Symantec è più che disponibile a farsi carico della vera e propria fase di programmazione.

Anzi, non è da escludere come la società si aspetti proprio da questa opportunità le maggiori prospettive: "A seconda delle esigenze, forniamo assistenza su più livelli: dalla semplice formazione, fino alla consulenza per progetti di base o assistenza passo per passo fino alla fine, ma in totale, l’80% dei ricavi legati a questo ramo sono riconducibili all’assistenza e i restanti 20% al prodotto".

A prescindere dalle dimensioni dell’azienda, esistono dei processi e la relativa complessità non è necessariamente proporzionale. A ogni attività corrispondono particolari esigenze, ma tutte in comune con l’esigenza di rendere i passaggi fluidi e al tempo stesso sicuri. Al crescere dell’importanza dell’IT, nell’ottica Symantec deve quindi corrispondere il necessario coordinamento, anche per un migliore sfruttamento delle risorse: "Noi non facciamo parlare i prodotti, ma cerchiamo di far parlare i processi – conclude Leonardo Rava -. L’antivirus non è più solo uno strumento: diventa importante il processo che avvia tale strumento e noi vogliamo governare e introdurre best practice per aiutare ad avere una migliore visibilità sull’azienda.