Ritorna l’allarme campi elettromagnatici per il mercato dei terminali mobili: un duro colpo soprattutto per l’Italia, dove la media pro capite è di 1,5 cellulari: il laboratorio italiano Sicom ha infatti evidenziato un elevato fattore di rischio per il 50% dei cellulari in commercio.
Stiamo dunque sottovalutando i potenziali rischi CEM (campi elettro-magnetici) generati, oppure le informazioni in materia sono troppo superficiali o lacunose?
Pur mancando dati certi sul reale danno da esposizione CEM, alla prova dei fatti, il 50% dei device «non hanno passato tutte le prove che avrebbero dovuto nella misurazione dei campi elettromagnetici relativi al Sar (Specific Absorption Rate) dei prodotti che trasmettono in radiofrequenza» e pertanto tali dispositivi non dovevano raggiungere il mercato.
Sembra infatti che, nonostante le certificazioni fornite dagli enti nazionali, la maggior parte dei prodotti non sia stata sottoposta a controlli adeguati.
In realtà la regolamentazione comunitaria imporrebbe regole precise, ma nella pratica la normativa UE viene spesso disattesa, o comunque non seguita in modo opportuno.