LTE e 4G in Europa: prospettive di sviluppo

di Marco Mattioli

25 Novembre 2009 09:00

In Italia sono partiti i test a Torino e l'Unione Europea continua a investire sulla tecnologia: la LTE renderà più vicino il passaggio alla quarta generazione delle reti mobili

Il 4G in Italia potrebbe chiamarsi LTE: a renderlo disponibile, partendo da Torino, dovrebbero essere Telecom Italia e Vodafone. Addirittura dal 2010, infatti, il concetto di “ufficio remoto” potrebbe diventare realtà per le imprese italiane.

Il punto è che l’esigenza di connettività davvero non conosce limiti e l’imperativo dell’always on sta abbracciando tutti settori professionali, per merito della crescente modernizzazione delle infrastrutture e disponibilità di servizi web 2.0 orientati a collaborazione, condivisione e socializzazione.

Si stanno perciò fissando nuovi criteri per l’operatività e produttività con connessioni dati sempre più veloci ed efficienti, anche nel segmento mobile che, con il consolidarsi dell’uso di Internet su palmari, smartphone e netbook, rende oggi indispensabili connessioni dalle prestazioni sempre più elevate. Occhi puntati sulla banda larga mobile, dunque, capace di reggere senza tentennamenti l’enorme domanda di capacità per il traffico dati.

Per accorciare i tempi e concretizzare l’avvento della quarta generazione di servizi mobili ad alta velocità, l’Unione Europea lo scorso luglio ha approvato l’aggiornamento della direttiva GSM (2G) del 1987 – che assegnava la frequenza dei 900 MHz ad uso esclusivo della fonia mobile – concedendo parte della medesima anche a tecnologie di accesso Internet mobile, che vanno ad affiancarsi a quelle già consolidate, agevolando una coesistenza con altre tecnologie, ad iniziare dall’attuale UMTS (3G).

L’obiettivo è raggiungere una flessibilità operativa che stimoli la concorrenza tra operatori a vantaggio dell’utenza finale. Entrata in vigore ad ottobre, la direttiva dovrebbe consentire anche un risparmio complessivo per il settore industriale di circa 1,6 miliardi, risultante dalla riduzione dei costi di rete legati all’uso di bande di frequenze più basse. Ed il parere di Viviane Reding, commissario UE alle Telecomunicazioni appare eloquente: «la norma GSM costituisce un successo per l’Europa che l’ha creata».

Con l’aggiornamento della direttiva GSM, però, l’Unione Europea apre soprattutto a nuovi servizi con cui l’Europa può diventare leader, favorendo al contempo lo sviluppo di una quarta generazione di tecnologie in banda larga ad alta velocità.

Evoluzione delle rete mobili

Dal 1° gennaio 2010 l’Unione Europea investirà 18 milioni di euro per favorire progetti innovativi rivolti all’implementazione delle reti mobili 4G.

In particolare è stata avviata una procedura di finanziamento per attività di R&S inerente la tecnologia Long Term Evolution Advanced. La Long Term Evolution (LTE), meglio nota come “Super 3G“, sta infatti cercando di proporsi come alternativa al poco fortunato WiMax, andando a rinnovare in modo significativo le specifiche tecniche dell’attuale generazione in vista della prossima.

La LTE consente teoricamente du raggiungere velocità di trasferimento dati pari a 100 Mbps in downstream e 50 Mbps in upstream (con picchi, rispettivamente, vicini ai 180 e 60 Mbps), con un’efficienza spettrale relativa alla portante 3 volte superiore rispetto a quella dell’attuale HSPA e con bassi tempi di latenza.

Per potersi affermare, tuttavia, ha bisogno di un rinnovamento della rete per predisporre una copertura dedicata, che se da un lato implica tempi di sviluppo più dilatati dall’altro favorisce l’utilizzo di bande esistenti come quella UMTS, oltre che di nuove implementabili nel tempo.

Vanno oltretutto tenuti presenti i 25 milioni di euro di finanziamento stanziati dalla UE tra il 2004 e il 2007 per la standardizzazione e l’ottimizzazione della LTE.

Sul piano tecnico, l’uso più efficiente dello spettro radio contribuisce all’estensione della portata del segnale rispetto al GSM, riducendo di conseguenza il numero di antenne necessario e sufficiente per garantire la medesima copertura. Ciò consentirà inoltre di ridurre parte dell’impatto ambientale e del consumo energetico.

In Europa, la LTE è in fase di sperimentazione in Svezia, Norvegia, Finlandia, Spagna, Germania e Regno Unito. In Svezia e Norvegia è prevista una prima commercializzazione entro il primo semestre 2010. Evidenti vantaggi derivanti dalla possibilità di configurare e aggiornare da remoto i sistemi end-to-end. Funzionalità di configurazione automatica della rete consentono inoltre di ridurre in modo significativo i costi di gestione.

LTE Advanced soddisferà invece i requisiti 4G per raggiungere velocità di accesso Web sino a cento volte superiori rispetto al 3G, toccando così 1 Gbps in download e 500 Mbps in upload, valori davvero considerevoli. Un’efficienza superiore durante la trasmissione dati favorirà anche l’adozione di batterie più piccole.

Circa 25 anni fa l’Europa fece una scommessa con lo standard GSM, rendendolo protagonista assoluto del processo di affermazione della telefonia mobile moderna, utilizzato attualmente da circa l’80% delle reti mondiali. Analogamente, incentivare la tecnologia LTE ha come scopo primario proporre un protagonista rinnovato, nuovamente all’avanguardia, della telefonia mobile.

Si potranno così affacciare a tale mondo anche numerosi nuovi utilizzatori per fruire dell’accesso Internet ultra veloce in piena libertà, a costi inferiori e senza limiti di tempo o spazio, nella speranza che possano parallelamente crearsi opportunità di lavoro.

Al tempo stesso potranno essere erogati servizi online dai contenuti qualitativamente superiori, quali la televisione ad alta definizione, il video sharing, i servizi VoIP evoluti e le videoconferenze.

Gli analisti di mercato prevedono che i principali operatori mobili investiranno entro il 2013 circa 6 miliardi di euro in apparecchiature LTE, oltre ai 700 milioni stanziati dall’UE nel periodo 2007-2013 per finanziare attività di ricerca sulle NGN (Next Generation Networks), di cui il 50% tecnologie senza filo di quarta generazione.

Resta da valutare il reale impatto di queste iniziative e azioni nei prossimi mesi, sia sulle infrastrutture che sulla disponibilità di nuovi terminali, raffrontandole a quelle che verranno parallelamente intraprese a favore del WiMax.