Lavoro Usurante, contributi volontari per anticipare la pensione?

Risposta di Barbara Weisz

11 Giugno 2021 12:30

Giovanni chiede:

Sono un dipendente privato che svolge attività  notturna considerata usurante (guardia giurata). Ho i requisiti per usufruire della quota 97,6 ma non ho ancora maturato i contributi necessari. Nel marzo del 2023 avrò 35 anni di contributi (escludendo disoccupazione e part-time) e 63 anni di età. Se presento domanda un anno prima, nel marzo 2022, potrò andare in pensione da aprile 2023 o dovrò aspettare altri 12 mesi e andare in pensione da marzo 2024? Posso anticipare pagando contributi volontari per coprire il periodo di disoccupazione e part time?

Per la pensione usuranti è prevista la presentazione della domanda un anno prima di quello in cui si matura il requisito, entro il primo maggio. Quindi, se lei lo raggiunge nel 2023, deve presentare all’INPS la prima domanda entro il primo maggio 2022. Riceverà poi la risposta dell’istituto di previdenza entro il 31 ottobre del 2022, con l’indicazione della prima decorrenza utile per la pensione. E potrà quindi presentare la domanda di pensione vera e propria. In pratica la richiesta che lei presenta l’anno prima serve per ottenere dall’INPS il riconoscimento del diritto al beneficio previdenziale.

Se si invia la domanda nei termini, la pensione decorre di regola dal primo giorno del mese successivo al perfezionamento dei requisiti (nel suo caso, aprile 2023). La presentazione della domanda di riconoscimento dopo il 1° maggio comporta il differimento della decorrenza del trattamento pensionistico anticipato pari a:

  • un mese, per un ritardo inferiore o pari a un mese;
  • due mesi, per un ritardo superiore a un mese e inferiore a tre mesi;
  • tre mesi, per un ritardo pari o superiore a tre mesi.

Per quanto riguarda i contributi volontari per raggiungere il requisito per la pensione, questi possono esser versati solo per periodi di inattività lavorativa. Possono essere coperti con la contribuzione volontaria anche i periodi di part-time (orizzontale o verticale). Anche per questa operazione, tra l’altro, si deve presentare domanda all’INPS, dopo aver ricevuto al conseguente autorizzazione a versarli.

Sul part-time ci sono però recenti novità. Con la Circolare n.74 del 4 maggio, l’INPS ha reso operativa la norma contenuta nella Legge di Bilancio 2021 (articolo 1, comma 350, legge n. 178/2020) sul part-time verticale o ciclico, in base alla quale viene riconosciuto per intero il periodo lavorato ai fini del diritto a pensione. Per i contratti conclusi prima del 1° gennaio 2021, il riconoscimento è subordinato alla presentazione di apposita domanda da parte dell’interessato, indirizzata alla Struttura INPS territoriale competente, tramite PEC o attraverso il servizio on-line di segnalazione contributiva (c.d. FASE). La domanda deve essere corredata dall’attestazione del datore di lavoro o dalla dichiarazione sostitutiva, assieme alla copia del contratto. Nel caso l’azienda sia cessata, il lavoratore produce un’autocertificazione da cui risulta la prestazione lavorativa.

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Risposta di Barbara Weisz