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Made in Italy, legge anticontraffazione 2.0

di Francesca Vinciarelli

4 Aprile 2016 09:00

Proposta di legge sulla tracciabilità dei prodotti Made in Italy a sostegno di PMI, reti di imprese e start-up, con strumenti anticontraffazione basati su QR-code finanziati dal Governo.

Punta a certificare l’origine e la qualità della manifattura Made in Italy con nuovi sistemi di etichettatura anticontraffazione e a sostenere la piccola e media impresa, le reti di impresa e le start-up, nonché a promuovere la trasparenza dell’informazione ai consumatori, la proposta di legge “Disposizioni per l’introduzione di un sistema di tracciabilità dei prodotti finalizzato alla tutela del consumatore”, approvata alla Camera nei giorni scorsi. La legge passa ora al Senato.

Contributi alle imprese

La proposta prevede l’introduzione di sistemi di tracciabilità mediante l’uso di codici non replicabili, sistemi di etichettatura e certificazione basati su QR-code, finanziati grazie a degli appositi contributi concessi alle imprese, in particolare alle PMI. I consumatori potranno comodamente verificare l’autenticità dei prodotti utilizzando un semplice smartphone o tablet. Tale sistema di tracciabilità dovrà essere valido in Italia, ovviamente, ma anche in tutto il mondo. I contributi potranno essere attribuiti a micro, piccole e medie imprese, a distretti produttivi, a forme aggregative di imprese, quali consorzi, anche in forma di società, a raggruppamenti temporanei di impresa, a contratti di rete, alle start-up innovative, nonché a imprese agricole e della pesca, fino ad una quota pari a 20 milioni di euro.

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Sanzioni

Vengono inoltre previste delle sanzioni, in base all’articolo 517 del codice penale che sanziona il diritto di vendita dei prodotti industriali con segni mendaci.

Reazioni

Una proposta di legge di cui è primo firmatario l’On. Angelo Senaldi accolta con benevolenza da Confartigianato e dal suo Presidente, Giorgio Merletti, che ricorda i numeri del Made in Italy:

«319.000 imprese artigiane manifatturiere con 972.000 addetti che producono l’eccellenza manifatturiera apprezzata nel mondo. Nel 2015 gli artigiani e le piccole e micro imprese italiane hanno esportato prodotti per un valore di 115,9 miliardi di euro, massimo storico, pari al 7,1% del PIL, con un aumento del 3,9% rispetto al 2014 (vd. Report Ufficio Studi Confartigianato). Con questi numeri, nessun Paese al mondo più dell’Italia ha il dovere di difendere e valorizzare l’identità dei propri prodotti».

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Una proposta di legge che, spiega Merletti, «ha il merito di valorizzare gli aspetti distintivi della manifattura italiana, certificandone la filiera produttiva». Quello che serve ai nostri piccoli imprenditori per essere competitivi anche a livello internazionale sono norme nazionali ed europee che garantiscano la tracciabilità dei prodotti per identificarne l’origine e certificare l’identità del vero Made in Italy, consentendo al consumatore di distinguerli facilmente dalle imitazioni, dalle contraffazioni e dalla concorrenza sleale.

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Fenomeni che, aggiunge il Presidente Merletti, solo nel settore della moda, ogni anno distruggono 88.000 posti di lavoro e causano alle aziende minori ricavi per 10 miliardi di euro:

«Confartigianato si batte da sempre per una chiara e inequivocabile identificazione dell’origine dei prodotti e delle lavorazioni, perché il mondo cerca il Made in Italy e i consumatori sono disposti a pagare un premium price pur di avere un prodotto fatto in Italia, a regola d’arte. Più informazione e maggiore trasparenza su ciò che acquistiamo significa rilancio dei consumi».