Pagamenti digitali, Italia poco cashless

di Anna Fabi

Pubblicato 4 Aprile 2022
Aggiornato 22 Maggio 2023 20:15

Italia fanalino di coda per utilizzo di pagamenti digitali, predomina ancora il contante: nove proposte per la Cashless Society nel Report Ambrosetti 2022.

Italia in ritardo nei sistemi di pagamento digitale: ancorata al contante, è fanalino di coda per numero di transazioni con carta pro capite. Il PNRR potrebbe contribuire a invertire la tendenza, almeno secondo il report Community Cashless Society 2022, presentato da European House Ambrosetti, alla vigilia della due giorni di primavera a Cernobbio dedicata agli Scenari dell’Economia e Finanza.

Italia poco cashless

Siamo oggi il 29esimo paese al mondo in cui si fa più uso del contante, facendo peggio del 2019 quando eravamo 33esimi. L’effetto Covid si è fatto sentire in tutto il mondo ma in Italia più che altrove. Il valore medio del Cash Intensity Index 2022 è passato per l’Italia dall’11,8% a 15,4%. La Regione più virtuosa è la Lombardia, in testa alla classifica cashless per il quinto anno consecutivo, seguita da Piemonte e Toscana, mentre fanalini di coda sono Basilicata, Molise e Campania.

Indietro sulle transazioni digitali

Siamo terz’ultimi in Europa con 61,5 transazioni digitali pro capite, addirittura in calo rispetto al 2019 (61,7). La media europea per i pagamenti elettronici è pari a 142 transazioni. I tre paesi sul podio, Danimarca, Lussemburgo e Finlandia, superano abbondantemente i 300 pagamenti cashless pro capite. Dietro di noi solo Romania, e Bulgaria. Unica consolazione: la Germania è quintultima con 90 transazioni, a pari merito con Malta.

Anche aggiungendo le carte prepagate, arriviamo a 81 operazioni pro capite, la metà della media europea (156). Diminuisce anche il valore del transato, con carte di pagamento e prepagate in flessione dell’1,4% nel 2020, a quota 253 miliardi di euro. Fra l’altro, se si escludono le prepagate, la flessione sale al 4,4%.

Maturità digitale delle aziende

Utilizzo ancora limitato dell’e-commerce. Solo 1 azienda su 2 (il 56,3%) ha attivato canali digitali per gestire ordini e transazioni con altre aziende (e-commerce B2B); 1 su 4 (il 24,9%) non ha attivato alcun canale e non sta valutando questa opzione;  il restante 18,8% sta pensando di attivarlo.

Proposte pro-cashless

Il report individua poi alcune proposte di policy, che si pongono l’obiettivo di promuovere i pagamenti elettronici ed il cashless nella quotidianità

  • reintrodurre il cashback, magari con correttivi per migliorare l’efficacia e l’equità, ad esempio innalzando il numero minimo di operazioni richieste nel semestre per ottenere il rimborso e limitando il numero di operazioni effettuabili con lo stesso operatore nella stessa giornata;
  • introdurre interventi correttivi per migliorare l’accessibilità e l’efficacia della Lotteria degli Scontrini, come ad esempio sanzioni per i commercianti che non adeguano i propri registratori di cassa e l’integrazione dei processi in carico agli utenti sull’App Io, rendendo più agevole l’esperienza;
  • riportare il limite di utilizzo del contante a mille euro;
  • creare le condizioni normative e legali per dematerializzare lo scontrino cartaceo.
  • stimolare il procurement innovativo in ambito pubblico, e rendere obbligatorio il POS nelle pubbliche amministrazioni;
  • incentivi per chi usa i pagamenti cashless nella sosta, nel trasporto pubblico, obbligo di terminali tap and go nei bandi per la mobilità urbana;
  • pagamenti digitali nel digital tourism hub;
  • raddoppio della soglia di esenzione per i fringe benefit a 516,46 Euro;
  • promuovere la cultura cashless.

Ecco lo scherma, diviso per obiettivi: