La prima pagina è ancora online. Si intitola “A short summary of the World Wide Web project” (un breve riassunto del progetto world wide web), ed è firmata dal professor Tim Berners-Lee. Che è l’inventore del www, ovvero il world wide web, ovvero il protocollo intorno al quale si è sviluppata la rete di Internet così come la conosciamo. La pagina in questione è stata postata online il 6 agosto del 1991, e dunque il web in questo 2011 compie 20 anni.
Un compleanno che è stato debitamente festeggiato, fra l’altro attraverso l’iniziativa “Happy Birthday Web”, organizzata a Roma, che ha visto la partecipazione nei giorni scorsi dello stesso Berners Lee.
Il quale ci tiene a precisare: web e internet non sono sinonimi. «Internet esiste da quarant’anni» spiega lo scienziato britannico, ma la sua idea di ipertesto ha dato vita al web, il “luogo virtuale” che tutti noi usiamo quotidianamente nella nostra navigazione. La piattaforma, per dirla con le parole del suo inventore, su cui «ognuno può creare un programma e permettere a tutti di usarlo sviluppando una web app».
Lui, nel 1991, quando mise online la prima pagina web della storia, lavorava al Cern di Ginevra e utilizzò un calcolatore installato presso i laboratori del Cern.
Poi si è spostato al Laboratory for Computer Science (LCS) del Massachusetts Institute of Technology (MIT) di Boston, dove nel 1994 ha fondato il World Wide Web Consortium (W3C), di cui è direttore. Ha fondato anche Webfoundation, un’organizzazione che promuove la diffusione di Internet. E, secondo la presentazione di Happy Birthday Web, il suo motto è “Let the web serve humanity”: lasciamo che il web sia al servizio dell’umanità.
Ed è questo il concetto che ha sottolineato nel suo intervento: il tema centrale, a vent’anni dall’invenzione del www è l’accesso alla rete. «Internet deve restare gratis, aperto e neutrale» e deve garantire, fra le altre cose, il diritto alla privacy. Dunque, il diritto fondamentale è l’accesso alla rete, che è complementare ad altri quattro diritti: accedere ai dati pubblici, non essere spiati quando si naviga, non essere bloccati dal provider, poter sviluppare un programma accessibile a tutti.
Tim Berners-Lee ha anche offerto una sua visione della realtà italiana. Il paese dovrebbe colmare il divario digitale, portando la rete anche nelle aree che non sono connesse, dare una banda larga minima a tutti (ma la priorità è avere la connessione, la velocità viene dopo), creare luoghi pubblici da cui tutti possano collegarsi, degli Internet Point magari nelle piccole città e nei paesini. In sintesi, comunque, lavorare sul digital divide, ostacolo allo sviluppo.
Alla diffusione della rete nel mondo si dedica la sua World Wide Web Foundation. E lui è decisamente uno che al web ha creduto prima di tutti, letteralmente. Come spesso accade agli inventori, all’inizio la sua creatura non ha destato grandi entusiasmi, neppure fra gli scienziati. Nel 1989, la sua prima proposta di sviluppare il World Wide Web, al Cern non fu accettata. Per fortuna, lui perseverò nelle ricerche e l’anno dopo, nel 1990 presentò tre tecnologie che riteneva importanti per il futuro di Internet. Come si chiamavano queste tecnologie? Html, url e http.