Tecnologia e arte, arriva il laser a neutroni

di Lorenzo Gennari

21 Ottobre 2009 10:00

Tre processi innovativi per il restauro delle opere d'arte saranno spiegati dai tecnici dell'Enea durante una giornata di studio in programma domattina a Palermo

Tre tecniche straordinarie di restauro, assolutamente non invasive per le opere d’arte, non hanno ancora ricevuto il benestare dalle autorità competenti (sovrintendenza, ministero ai Beni culturali) per poter essere utilizzate nella ricerca di opere d’arte “nascoste”.

Si tratta di opere di immenso valore abilmente occultate in passato, per i motivi più diversi: affreschi coperti da pareti in mattoni, dipinti resi perfettamente invisibili da superfici in gesso, tutte situazioni che avrebbero bisogno di tecniche di restauro non distruttive.

È il caso di tre nuovi procedimenti, di cui si discute molto in questi ultimi mesi, che utilizzano i neutroni e il laser per la ricerca di dipinti nascosti. Li ha messi a punto l’Enea in collaborazione con le Università di Delft e San Diego e il National Institute of Information and Communications Technology di Tokyo.

I tre processi saranno spiegati dai tecnici dell’Enea durante una giornata di studio in programma questa mattina dalle 10 a Palazzo Montalbo, sede del Centro Regionale per la Progettazione e il Restauro, a Palermo. I restauratori sono convinti di aver rintracciato la famosa “Battaglia di Anghiari” che Leonardo Da Vinci dipinse tra il 1505 e il 1506 sulla parete Est del Salone dei 500, a Palazzo Vecchio, a Firenze. La “Battaglia” fu nascosta dietro un muro di mattoni eretto nel 1563 dal Vasari per la successiva opera a fresco.

Durante l’incontro verrà illustrata la tecnica di “Neutron Back-Scattering (Nbs)”, che si basa sull’effetto che i neutroni di energie elevate (alcuni megaelettronvolt) subiscono nell’interazione con elementi leggeri, in particolare idrogeno (presente nel materiale pittorico e preparatorio utilizzato da Leonardo).

Quindi sarà la volta della Nanosecond Neutron Analysis (Naa), una tecnica che utilizza la radiazione gamma emessa dai nuclei di alcuni elementi chimici. Infine verrà spiegato come l’imaging a frequenze del terahertz possa rivelare dipinti coperti da gesso e come la spettroscopia corrispondente possa dare informazioni dirette sulla natura dei composti d’interesse per la conservazione delle opere d’arte.