Gli USA possono "sbirciare" nella nostra banca

di Alessandro Vinciarelli

Pubblicato 29 Giugno 2007
Aggiornato 12 Febbraio 2018 20:50

I responsabili della privacy hanno dichiarato che entro il primo Settembre 2007 tutte le banche dovranno comunicare ai loro clienti che le loro transazioni bancarie potrebbero essere tracciate o quanto meno monitorate da alcune agenzie degli Stati Uniti.

La direttiva è stata data dall’Article 29 Data protection Working Party, un organo indipendente dell’Unione Europea che salvaguarda la protezione dei dati riservati e personali e la privacy. In particolare l’organo è stato istituito proprio dall’articolo 29 della Direttiva 95/46/EC del Parlamento Europeo e del Consiglio del 24 Ottobre 1995.

In ogni caso tale raccomandazione nasce dall’autorizzazione che la European inter-bank payment agency SWIFT ha dato alle autorità USA per accedere alle transazioni bancarie.

Chiaramente le motivazioni sono significative, si trattava infatti di un monitoraggio su possibili conti coinvolti con attività terroristiche.

In ogni caso gli accessi sono stati fatti e gli utenti mai avvisati. Per questa ragione il Working Party accusa la SWIFT per non aver offerto ai clienti quegli elementari doveri di informazione che sono obbligatori per legge.

La protesta nei confronti di SWIFT è stata accolta anche da molte altre organizzazioni, sia Europee che nazionali, come ad esempio nel caso del Belgio (dove risiede SWIFT) o in Svizzera.

Per ora non sappiamo gli sviluppi della vicenda, né sappiamo se l’informativa eventualmente da diffondere sarà puntuale e inviata al singolo utente o più banalmente una pagina pubblicata in qualche angolo di sito.

Sappiamo però che questo è un altro caso in cui il cittadino non viene tutelato nel rispetto della sua privacy e in cui, anche se per motivi estremamente seri, qualcuno mette le mani sui nostri conti in banca.