L’Europa è sempre più online

di Chiara Bolognini

4 Febbraio 2008 09:00

Il Rapporto Annuale realizzato da Capgemini per la Commissione Europea ha analizzato lo stato di sviluppo dell'e-Government nei paesi dell'Unione. La sfida è cambiare cultura e dare centralità all'utente

Commentando i risultati, Maurizio Mondani, Amministratore Delegato Capgemini Italia, ha dichiarato: «dimensioni modeste e strutture centralizzate hanno consentito un rapido progresso di un numero rilevante di Stati membri, ma restano alcuni piccoli Stati che hanno chiaramente dimostrato di non aver intrapreso la strada verso l’e-Goverment in egual misura. Ci sono anche Paesi entrati da tempo nell’UE, che in precedenza erano in crescita costante, ma i cui progressi si sono attenuati nel corso degli ultimi anni».

Riconoscendo i progressi nell’erogazione del servizio online, nell’edizione 2007 del Report è stato inserita una novità: un pacchetto di rilevazioni incentrato sull’utente, per valutare sicurezza dei dati, l’accesso multicanale, la facilità di immissione dei dati e la conformità agli standard di accessibilità. Il 24% dei siti Internet valutati forniscono canali di accesso alternativi (call center, cellulari, cabine telefoniche, televisione digitale), dimostrando un vero e proprio progresso nell’offrire ai clienti alternative differenti.

Sebbene siano state attuate politiche europee di identificazione elettronica, soltanto il 27% dei siti Web dell’Unione ne è dotato e solamente il 5% dei siti Web è conforme agli standard di accessibilità internazionali. Riscontri più positivi riguardano la valutazione dei Portali Nazionali che rendono disponibili in media il 75% dei 20 servizi rilevati. La piena fruibilità su internet dei servizi governativi non è dunque più un sogno.

…e in Italia

L’Italia ha compiuto netti progressi rispetto allo scorso anno con un punteggio pari al 79% per il livello di sofisticazione complessiva ed un miglioramento della disponibilità completa online che passa dal 58% al 70%. Riguardo alla centralità dell’utente, l’Italia ottiene un punteggio pari al 20%, sullo stesso piano della media dei 27 Stati membri (19%).