Nell’era della globalizzazione, sapere integrare e gestire le differenze di mentalità e di cultura è un fattore critico rilevante per le imprese. Alleanze, joint-venture, fusioni e acquisizioni possono rivelarsi un successo o un fallimento a seconda di come viene gestita l’integrazione delle diversità tra le varie etnie, matrici socio-culturali presenti in azienda.
Espansione su nuovi business, delocalizzazione, gestione del personale, concorrenza sui mercati mettono sempre più sotto pressioni top manager e dirigenti di altro livello, che nell’era della globalizzazione, sono chiamati a sapere integrare e gestire le differenze di mentalità e di capacità delle risorse a loro affidate.
L’azienda pioniera in Italia al Diversity Management è stata IBM. L’azienda IT ha applicato infatti al suo modello americano, con ruoli e strutture definite tenuti insieme da un’ottima organizzazione, la possibilità di un sistema di quote per i gruppi svantaggiati. Scelta innovativa, soprattutto per un azienda della realtà hi-tech.
Esiste una metodologia o almeno dei presupposti per raggiungere tali risultati in tempi brevi? Riconoscere il proprio modo di pensare: il presupposto su cui la società lavora è che per i manager è fondamentale riconoscere la propria mentalità e il proprio modo di pensare dettato dalle abitudini consolidate: aspetti che generano i comportamenti naturali e determinano le aspettative su ciò che ci si attende dagli altri.
Essere consapevoli di queste attitudini ha effetto sull’autorevolezza della leadership, sulla capacità di pensare e di impostare strategie di successo, sul modo di gestire la complessità organizzative, sul modo di gestire le persone in azienda e la loro motivazione, sulla possibilità di ottimizzare le prestazioni, promuovere l’innovazione e raggiungere gli obiettivi di business.
Flessibilità al cambiamento:flessibilità e capacità di agire in modo costruttivo in un ambiente in cambiamento, o diverso da quello abituale, ricercando il canale comunicativo specifico che permette di ottimizzare la relazione con partner, collaboratori e clienti, ma anche di creare quel valore non previsto per ottenere risultati di business desiderati.
Incrementare le competenze interculturali: sono qualità importanti per i leader (termine qui usato in senso più che mai disciplinare di “guida”) che operano in una realtà internazionale in continuo cambiamento: comprendere che esistono differenze peculiari tra coloro che lavorano e che tali diversità, se opportunamente gestite, costituiscono una risorsa in grado di incrementare l’efficacia e l’efficienza del lavoro stesso.