L’attività aziendale è caratterizzata principalmente dai fatti di gestione, strettamente connessi tra loro per raggiungere gli obiettivi prefissati. I flussi aziendali permettono di far variare il patrimonio dell’azienda stessa intervenendo nella combinazione del reperimento dei finanziamenti, dell’investimento e della combinazione dei fattori produttivi.
Quando questi tre elementi sono ben amalgamati tra loro danno vita ad un corretto e proficuo sistema di gestione che conduce verso il raggiungimento di una chiusura d’esercizio positiva. Se si rispettano due fondamentali condizioni di equilibrio: finanziario ed economico, la gestione è in grado di far fronte anche a degli imprevisti, come uno squilibrio. Se l’equilibrio finanziario non viene raggiunto in breve tempo l’azienda deve ricorrere ad ulteriori fonte di finanziamento come prestiti, nuovi apporti di capitale proprio, che disorientano la linea guida inizialmente seguita.
L’equilibrio economico permette di coprire con i ricavi i costi e consente all’imprenditore di avere un’adeguata remunerazione. Se si raggiunge una situazione di disorientamento aziendale, è frutto di un percorso annuale, nel quale si susseguono una serie di piccole crisi economiche, che poi diventano insormontabili.
Ciò accade perché mentre alcuni costi sono uniformante distribuiti nel corso dell’anno, altri si concentrano in periodi determinati. Per arginare situazioni spiacevoli occorre monitorare costantemente sia la situazione finanziaria che economica e verificare sempre eventuali uscite di denaro extra. Avere una corretta contabilità serve anche ad avere un certo ordine per gestire e controllare in maniera dettagliata ogni movimento.
L’assunzione di personale altamente qualificato in quest’area consente di avere la certezza che tutti i fatti aziendali seguano correttamente il loro corso e che qualora si noti uno sbilanciamento si possa correre ai ripari, magari eliminando dei costi accessori. Se invece si versa in una situazione dove è quasi impossibile arginare lo squilibro aziendale siamo di fronte a due possibili soluzioni: o tentare di eliminare riducendo drasticamente tutti i costi accessori con eventuali tagli di personale oppure decidere di dichiarare il fallimento.
Quest’ultima ipotesi ovviamente va tenuta in considerazione qualora sia stata tentata qualsiasi alternativa ma magari i debiti sono diventati insormontabili e non si riesce assolutamente a ritornare in una situazione positiva. Sicuramente giungere a questa decisione implica la valutazione di tanti fattori, compreso quello dell’incentivare la disoccupazione. Per ovviare al problema si potrebbe considerare un periodo di casa integrazione per gli operai ritenuti in esubero e quando la gestione sarà tornata alla normalità prevede una modalità di riassunzione.
Oggi ad influire negativamente su un andamento aziendale zoppicante c’è il fattore “crisi economica” che coinvolge ogni settore e la difficoltà causata dall’inflazione, nell’ottenere prestiti dagli istituti di credito. Quando si generano periodi economici simili è bene che il manager intensifichi i controlli sul flusso aziendale per evitare di arrivare a situazioni critiche.