Il pranzo di Pasqua, le gite fuori porta, magari un viaggetto approfittando del lungo week end. Gli italiani sono alle prese con l’organizzazione delle vacanze pasquali, e le varie associazioni del commercio, dell’alimentare, del turismo, provano a fare un pò loro i conti in tasca e ad analizzarne i comportamenti.
Innanzitutto, la tavola. Secondo i calcoli di Federalimentare, fra salumi, capretto e agnello, dolciumi, uova di cioccolato e piatti della tradizione si spenderanno circa tre miliardi di euro. Faranno la loro parte anche i connazionali all’estero, con una spesa di 600 milioni, il 20% del totale.
Più alta la stima della Cia (Confederazione italiana agricoltori) secondo cui per imbadire la tavola delle feste gli italiani di miliardi ne sborseranno 3,7, il 5,7% in più rispetto al 2010. Le due voci che peseranno maggiormente sono i salumi, 850 milioni di euro, e vini e spumanti per i brindisi, con 620 milioni. Ma anche le uova e le colombe comporteranno un investimento notevole, intorno ai 500 milioni. Qui la Cia registra anche notevoli aumenti di prezzo: fra il 5 e il 7% per le uova, con quelle di marca che possono arrivare a un rincaro del 12%, e del 5-10% per le colombe.
Sugli aumenti, sono più alte le cifre del Codacons, secondo cui le uova costano mediamente il 9,5% in più e le colombe l’8,3%, per una spesa complessiva di oltre 36 milioni di euro di aumento rispetto al 2010. Infine l’Unione nazionale consumatori dispensa qualche consiglio: per l’uovo di cioccolato evitare gli acquisit last-minute, più costosi. Quanto alle colombe diffidare delle imitazioni: sulla scatola deve esserci scritto Colomba, nome che va riservato al prodotto che non contiene grassi idrogenati e altri ingredienti al posto del burro e delle uova. E chi invece i dolci tipici preferisce prepararseli in casa? Secondo la Coldiretti per questo tipo di acquisti la spesa sarà intorno ai 300 milioni di euro. [Continua con i costi della vacanze…]