È bufera su Finmeccanica, al centro di una vicenda internazionale che la vede protagonista insieme alla sua AgustaWestland: secondo alcune indiscrezioni la società leader nella produzione di elicotteri sarebbe accusata di corruzione dalla magistratura indiana, perche avrebbe condotto in modo irregolare le trattative inerenti la fornitura di 12 aeromobili all’Indian Air Force e destinati al trasporto delle autorità locali.
Una nota diffusa dai legali di Finmeccanica, tuttavia, smentisce il coinvolgimento e nega l’esistenza di notifiche che attestino simili accuse, ribadendo l’estraneità ai fatti di AgustaWestland e sottolineando la totale regolarità nella gestione dell’appalto: il contratto, che prevedeva la fornitura di 12 elicotteri AW101 in cambio di 560 milioni di euro, è stato portato a termine in seguito a un periodo di trattative durato dal 2008 al 2010, e solo dopo una puntuale valutazione dei modelli effettuata dall’Aeronautica Militare Indiana.
La nota diffusa dal gruppo afferma infatti che: “AugustaWestland non è coinvolta in nessuna irregolarità relativa alla fornitura di elicotteri in India. Nessuna comunicazione è stata notificata a società e dirigenti del Gruppo né in Italia né in India. Le società del Gruppo Finmeccanica hanno adottato organizzazioni e codici etici in linea con le normative e le migliori ‘prassi’ vigenti, tesi a prevenire e impedire condotte non conformi a una corretta gestione.“
Dichiarazioni che contrastano, invece, con quanto trapelato da alcune fonti indiane, secondo le quali il Ministro della Difesa locale Antony Ak avrebbe chiesto al segretario generale della Difesa Shashi Kant Sharmit di verificare l’assenza di irregolarità nella gestione dell’appalto, che sancì la vittoria di AugustaWestland contro il suo competitor statunitense, la Sikorsky Aircraft Corporation.
Le accuse, nel dettaglio, sarebbero rivolte a Giuseppe Orsi, a capo della società all’epoca della firma del contratto, colpevole di aver versato tangenti per aggiudicarsi l’appalto e sbaragliare la concorrenza. Come inevitabile conseguenza delle accuse di corruzione, Piazza Affari ha visto il crollo del titolo, che ha subito un calo dell’8%, il più evidente dall’8 dicembre a oggi, attestandosi a quota 3,946 euro.