Gli ultimi dati elaborati dall’Istat hanno messo in evidenza una continua crescita del tasso di disoccupazione in Italia, che a febbraio ha raggiunto la percentuale del 9,3% con 1,2 punti in più rispetto all’anno precedente, e in lieve crescita anche dal mese di gennaio tanto da richiamare le cifre che hanno caratterizzato il mercato del lavoro nel 2004.
Prendendo in esame solo la disoccupazione giovanile – in riferimento alla fascia di età tra i 15 e i 24 anni – le cifre Istat mostrano come a febbraio si sia assestata al 31,9%, un dato che indica un aumento pari al 4,1% su base annua dei giovani inattivi e privi di occupazione.
Si tratta di percentuali allarmanti che mostrano come, allo stato attuale, un giovane su tre in Italia sia quindi disoccupato, per un totale di 2,35 milioni di persone, 45mila unità in più rispetto a gennaio. Una situazione destinata a durare nel tempo almeno fino all’inizio dell’estate, stando almeno ai parametri diffusi da una ricerca che ha focalizzato l’attenzione sul possibile blocco delle assunzioni per tutti, da parte delle aziende, nel primo semestre del 2012.
A rendere ancora più difficile la crescita dell’occupazione nella penisola è la riforma del lavoro, che rappresenta una sorta di freno per le imprese, restie a incrementare l’organico finché non saranno definitivamente chiariti alcuni punti focali. A fare le spese della carenza di posti di lavoro sono soprattutto i soggetti più deboli, i giovani alla ricerca del primo impiego ma anche le donne, basti pensare che da gennaio a febbraio sono state registrate circa 44 mila disoccupate in più.
La crisi occupazionale sembra tuttavia coinvolgere anche gli altri Paesi membri della UE, con Spagna e Grecia in cima alla classifica degli Stati più penalizzati: secondo Eurostat, il tasso di disoccupazione nella UE si è portato fino al 10,8% dal al 10,7% di gennaio, come ha confermato Altafaj Tardio, portavoce del commissario Ue all’Economia Olli Rehn Amadeu: “Si tratta del livello di disoccupazione più alto nella zona euro dal giugno 1997. Esso sottolinea che siamo di fronte a una doppia sfida: una è consolidare i conti pubblici, l’altra è realizzare le riforme strutturali per aumentare il potenziale delle nostre economie e creare nuova e migliore occupazione. Questo è il dato generale, ma se guardiamo nel dettaglio vediamo che, rispetto a un anno fa, il tasso di disoccupazione è sceso in 8 Stati membri“.