Il debito pubblico italiano a marzo ha sfiorato la soglia dei 2mila miliardi di euro: secondo il Supplemento al Bollettino Statistico di Bankitalia dedicato alla finanza pubblica, infatti, si parla di 1.946,083 miliardi di euro contro i 1.928,226 miliardi di febbraio, una cifra che appare ancora più eclatante se si pensa al piano di tagli alla spesa statale in fase di elaborazione da parte del Governo Monti.
I livelli raggiunti dal debito pubblico nei primi mesi del 2012 hanno toccato cifre allarmanti, con il culmine lo scorso marzo: i report stilati da Bankitalia illustrano una situazione del Paese ancora fortemente caratterizzata dalla crisi economica, con un calo delle entrate molto evidente. Le entrate tributarie nel primo trimestre dell’anno in corso si sono attestate a quota 83,168 miliardi di euro, mostrando una diminuzione pari allo 0,5% rispetto allo stesso periodo del 2011. Nel solo mese di marzo, inoltre, gli incassi si sono fermati a 26,237 miliardi di euro, cifra che significa un buon 3,61% in meno rispetto all’anno precedente.
Con la spending review in fase di valutazione da parte del Governo, e l’aumento delle tasse anche a livello locale che ha determinato un incremento considerevole della pressione fiscale, le casse dello Stato non sembrano tuttavia rinvigorirsi. Una situazione decisamente preoccupante, soprattutto se si pensa alle difficoltà delle aziende e dei lavoratori in difficoltà e sempre meno capaci di versare i tributi allo Stato. Anche il piano che prevedeva un aumento delle entrate grazie alla lotta contro l’evasione fiscale sembra non avere effetti positivi sul bilancio dello Stato, almeno per il momento.
Anche in Borsa si sono osservati gli effetti del rapporto di Bankitalia, con un notevole aumento delle perdite e un rialzo dello spread tra Btp decennale e Bund che ha superato i 430 punti. Ottimista nonostante questi dati allarmanti si è mostrato, invece, il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, intervistato nel corso dell’incontro annuale della Consob con il Mercato e fermamente convinto che “Usciremo dalla crisi. È stato un anno abbastanza brutto ma ci sono le condizioni per venirne fuori. Fiducia!“.