Eni – Snam: decreto separazione in arrivo

di Teresa Barone

18 Maggio 2012 10:00

Lo scorporo tra Eni e Snam sarà ufficializzato il 25 maggio: lo afferma il Ministro Passera, mentre i vertici commentano il passaggio alla Cdp.

Il decreto che approverà la separazione tra Eni e Snam potrebbe arrivare il 25 maggio. Lo annuncia il ministro dello Sviluppo Economico Corrado Passera, il quale segnala l’urgenza di attivare il provvedimento in tempi brevi anche al fine di regolarizzare la situazione di due delle più grandi aziende italiane.

Il decreto del presidente del Consiglio, infatti, stabilirà le regole per lo scorporo di Snam Rete Gas da Eni in anticipo rispetto alla tempistica annunciata precedentemente: allo stato attuale Eni ha in mano il 52,5% di Snam, tuttavia con la scissione porterà la maggioranza della quota nelle mani della Cassa Depositi e Prestiti, che con questa operazione deterrà la quota di controllo nel capitale dell’azienda, probabilmente fissata al 30%.

La stessa Cassa Depositi e Prestiti ha tuttavia reso nota l’intenzione di confermare il passaggio solo a condizione che non vengano meno le risorse destinate allo sviluppo, tenendo conto della partecipazione statale che vede il 4% dell’azienda posseduto dal Ministero dell’Economia. Il presidente della Cdp, Franco Bassanini, ha infatti ribadito che “Se ci sarà richiesto dal Dpcm e ci saranno le condizioni faremo l’operazione in modo da non sottrarre nemmeno un euro alle risorse per l’economia. Intendiamo lavorare perché le società di cui siamo azionisti, tutte strategiche per il Paese, siano in condizione di crescere, svilupparsi e competere sui nuovi mercati. Vale per Eni, Terna e Snam“.

La bozza del Dpcm, che sarà valutata dal Consiglio dei Ministri il 25 maggio, consiste in 7 articoli e contiene una normativa precisa volta ad assicurare: “La piena separazione proprietaria tra le attività regolate di trasporto, stoccaggio, rigassificazione e distribuzione e quelle di produzione e fornitura di gas naturale, svolte rispettivamente in ambito Snam ed Eni“. Lo scorporo tra Eni e Snam e l’ingresso della Cdp con un 30% di quote desta tuttavia qualche preoccupazione, segnalata anche dal Financial Times e relativa al pericolo che l’azienda che possiede la rete dei metanodotti possa essere effettivamente rinazionalizzata, sebbene una volta ufficializzata la separazione le azioni Snam sul mercato aumenteranno in modo considerevole.

Intanto, da parte dell’amministratore delegato della Cdp, Giovanni Gorno Tempini, arrivano affermazioni importanti che illustrano le motivazioni di un mancato passaggio delle quote Snam a Terna: “Cdp ritiene che Terna (di cui è principale azionista con il 29,9%, ndr) debba investire nel suo core business. Avremmo una Terna sotto stress, tesa nei rapporti tariffari con l’Autorità e focalizzata sul rientro del debito. Un tale azionista non sarebbe adatto per Snam che deve fare almeno 7 miliardi di investimenti. Cdp può essere per Snam l’azionista migliore, ha circa 3 miliardi di free capital e il suo sistema può attrarre altri capitali privati“.