Jp Morgan rischia una perdita di derivati che potrebbe toccare la cifra record di 9 miliardi di dollari, di gran lunga superiore rispetto alla stima annunciata dalla banca statunitense solo il mese scorso. Secondo quanto affermato dal quotidiano New York Times, che cita fonti sconosciute ma attendibili, esisterebbe un rapporto riservato compilato ad aprile nel quale si prospettava la possibilità di un buco compreso tra gli 8 e i 9 miliardi di dollari.
La perdita relativa ai derivati del colosso bancario, quindi, sarebbe di circa 5 volte superiore a quanto stimato dagli analisti della stessa Jp Morgan, e se questa ipotesi dovesse rivelarsi veritiera lo scoperto salirebbe fino a 9 miliardi di dollari dai 2 annunciati inizialmente. JP Morgan dovrebbe rendere nota l’esatta l’entità della perdita il 13 luglio, quando i risultati finanziari del secondo trimestre del 2012 saranno ufficializzati e diffusi pubblicamente: a presentare i dati sarà il CEO dell’istituto Jamie Dimon, il quale solo un mese fa aveva illustrato le previsioni per l’immediato futuro alla Commissione bancaria del Senato, chiamato a rispondere in relazione alla probabile perdita di 2 miliardi.
Da parte della Jp Morgan non sono al momento arrivate dichiarazioni in merito alle indiscrezioni del NYT, tuttavia non sembra che la solidità della banca sia stata scalfita, almeno per il momento, in virtù degli utili positivi relativi ai primi tre mesi del 2012, cifre che toccano i 5,4 miliardi di dollari. È sempre il tabloid statunitense a sottolineare come la vicenda dei derivati in perdita sia a tutti gli effetti causa di grande imbarazzo per Dimon, forse la questione più delicata che il CEO ha dovuto affrontare dal 2005 a oggi.
Tra le conseguenze della notizia, inoltre, c’è da rilevare un forte calo a Wall Street che ha toccato Jp Morgan ma anche altri colossi bancari come Goldman Sachs, Citi e Morgan Stanley. Se la perdita dei derivati raggiungesse la cifra annunciata, inoltre, a essere messo a repentaglio sarebbe il bilancio complessivo della banca, soprattutto tenendo conto dei dati molto positivi del 2011, quando gli utili hanno raggiunto la cifra di 20 miliardi di dollari.