Volano le esportazioni fuori dall’UE, soprattutto verso Giappone e USA, tanto da far maturare un avanzo positivo per oltre 1,5 miliardi di euro, in netta crescita rispetto all’anno precedente, quando nello stesso periodo il saldo si era fermato a 1,38 miliardi di euro.
A rendere note le cifre del commercio estero è l’Istat, che informa sull’andamento della bilancia commerciale extra Unione Europea nel primo semestre del 2012. Se in questo lasso di tempo il deficit commerciale si è ridotto notevolmente rispetto al 2011, passando da -16,767 miliardi a -5,216 miliardi, è tuttavia altrettanto vero che nel mese di giugno sono diminuiti i flussi commerciali in entrambe le direzioni, con le importazioni calate del 5,9% e le esportazioni del 2,8%.
Secondo l’Istat, inoltre, il saldo positivo relativamente all’interscambio di prodotti non energetici ha raggiunto i 26,963 miliardi, prevalentemente a causa dell’eccedenza di beni strumentali (pari a 20,728 miliardi). L’avanzo nell’interscambio di prodotti non energetici, invece, ha raggiunto cifre quasi raddoppiate, passando da 3.307 a 6.164 milioni di euro.
Prendendo in esame l’ultimo trimestre dell’anno in corso, la flessione in negativo delle importazioni – più marcata rispetto alle esportazioni – ha coinvolto il settore energetico ma anche i beni di consumo, con una riduzione rispettivamente del 3,8% e dello 0,8%. Per quanto riguarda l’export, invece, l’incremento su scala tendenziale è sensibile, tanto da superare il12%, con il coinvolgimento di tutti i principali settori. I report stilati dall’Istituto rendono noti anche quelli che sono i mercati più attivi per le esportazioni fuori dalla UE, con il Giappone in cima alla lista (con un aumento del 38%), seguito dagli Stati Uniti (dove si è registrato un incremento del 35,4%), e dai paesi dell’Opec (+33%). Al contrario, calano le importazioni di beni da India, Mercosur e Turchia.