Sono state rese note le prime indiscrezioni riguardo la strategia energetica attualmente allo studio del Governo, che attraverso sette punti all’ordine del giorno mira a tagliare i consumi energetici riducendo la spesa annuale fino a 15 miliardi di euro, contro i 60 miliardi attuali.
Il piano del Governo per l’energia si estende fino al 2020 e prevede una prossima consultazione pubblica per stabilire in via definitiva i punti chiave sui quali agire: il fine primario è quello di potenziare gli investimenti nel settore mobilitando risorse fino a 180 miliardi di euro, fondi che consentiranno di tagliare le spese per l’approvvigionamento di energia dall’estero, ma anche di ridurre le emissioni di gas serra fino al 19% e incentivare l’uso di fonti rinnovabili raggiungendo il 23% del totale.
Limitando l’import energetico, infatti, il Paese sarà in grado di raddoppiare la produzione nazionale portandola fino al 16% del consumo complessivo. Solo per conseguire questo scopo potrebbero essere create nuove opportunità lavorative per 25 mila persone, senza considerare quelle che nascerebbero dall’avvio di imponenti cantieri per la realizzazione di infrastrutture in ambito energetico. A tal proposito, la bozza sottolinea come il Governo spinga verso la centralizzazione decisionale proprio in materia di infrastrutture energetiche: “Affrontare la modifica della Costituzione per riportare in capo allo Stato le competenze legislative in materia di energia, per quanto riguarda le attività e le infrastrutture energetiche di rilevanza nazionale“.
Novità in fase di valutazione anche per quanto riguarda le tariffe energetiche nazionali, con l’allineamento dei prezzi all’ingrosso ai parametri in vigore in Europa e relativamente a elettricità, gas e carburanti. Il Governo, inoltre, sembra anche mirare a una sempre più ampia liberalizzazione nel settore dei carburanti, con il potenziamento della rete self service e la chiusura di tutti gli impianti che non rispettano la normativa urbanistica e quanto sancito dal codice della strada.
La strategia energetica nazionale si configura quindi come una priorità dell’esecutivo e legata alla necessità di sostenere lo sviluppo del Paese: “Il settore energetico ha un ruolo fondamentale nella crescita dell’economia del Paese, sia come fattore abilitante (avere energia a basso costo, con limitato impatto ambientale e con elevato livello di servizio è una condizione fondamentale per lo sviluppo delle imprese e per le famiglie), sia come fattore di crescita in sé (pensiamo ad esempio al potenziale della Green economy). Assicurare un’energia più competitiva e sostenibile è dunque una delle sfide più rilevanti per il futuro del nostro Paese“.