Rcs: Della Valle sale al 9% del capitale

di Teresa Barone

18 Settembre 2012 13:00

Diego Della Valle porta la sua quota in Rcs tra l?8% e il 9% mantenendosi comunque entro il 10%, detenuto invece da Mediobanca e Fiat.

Diego Della Valle ha annunciato pubblicamente di aver incrementato la sua quota in Rcs portandola tra l’8% e il 9%: una scelta maturata in seguito alla rottura del patto di sindacato dopo una accesa polemica che ha coinvolto i principali azionisti. Aumentando la sua partecipazione del 3% rispetto alla quota iniziale del 5,5%, il patron della Tod’s si mantiene comunque entro la soglia del 10%.

L’aumento di capitale in Rcs è stato comunicato dallo stesso Della Valle nel corso di un suo intervento durante una trasmissione televisiva, che ha visto l’imprenditore sottolineare la su volontà di crescere nel gruppo editoriale nel pieno rispetto delle regole: “In Rcs non sono mai stato tranquillo e contento come ora. La mia volontà è sempre stata quella di crescere nel capitale del gruppo. In quest’ultimo periodo siamo cresciuti anche molto, ma sempre nel rispetto delle regole, informando le autorità di vigilanza e i vertici della Rizzoli. Tutti lo sanno. L’operazione e’ stata fatta totalmente in amicizia“.

Allo stato attuale, quindi, Della Valle detiene comunque una quota inferiore a quella in mano ad altri soci della società che pubblica il Corriere della Sera, come Mediobanca e Fiat, gli stessi che la scorsa primavera hanno provocato l’uscita di Della Valle dal patto a causa di alcune divergenze in merito alle modalità di nomina del Consiglio di Amministrazione.

L’annuncio dell’aumento di capitale ha subito provocato la scalata del titolo Rcs in Borsa, dove ha guadagnato il 10,6%. Dallo stesso Della Valle arrivano anche dichiarazioni relative alla “questione” Fiat e alla possibilità che l’azienda torinese abbandoni l’Italia, nonostante le recenti affermazioni di Sergio Marchionne che sembrano confutare questa ipotesi: stando alle parole del manager il Lingotto “dovrebbe ammettere gli errori e presentarsi al Paese con un piano diverso e non andarsene alla chetichella“.