Luxottica: utili e ricavi record nel terzo trimestre 2012

di Teresa Barone

26 Ottobre 2012 09:00

Utili e ricavi in crescita per il gruppo Luxottica, che chiude il terzo trimestre 2012 con una generazione di cassa record.

Il terzo trimestre 2012 si è chiuso con utili e ricavi in aumento per Luxottica, il cui fatturato ha subito un incremento del 17% portandosi fino a 1,78 miliardi. A favorire questi risultati – che riguardano sia la divisione Wholesale sia la Retail – è stata, prevalentemente, la crescita del gruppo nei mercati del Nord America.

Ottime le prospettive di sviluppo per il futuro di Luxottica, stando almeno a quanto affermato dall’amministratore delegato Andrea Guerra, che ha commentato i dati più che positivi sottolineando il grande impegno dell’azienda del settore occhiali al di fuori dei confini europei: “Entrambe le divisioni hanno lavorato con grande entusiasmo e determinazione in tutte le aree geografiche in cui siamo presenti: Nord America in continua crescita, migliore di quanto potessimo prevedere all’inizio dell’anno, Europa Occidentale in accelerazione, con i paesi mediterranei in recupero“.

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Se l’utile netto maturato da Luxottica nel terzo trimestre dell’anno in corso si attesta a 138,6 milioni di euro, la generazione di cassa ha raggiunto livelli record con 271 milioni di euro, obiettivo che ha permesso di abbattere l’indebitamento netto al 30 settembre a 1.887 milioni di euro, rafforzando notevolmente la base patrimoniale.

Le cifre rese note dall’azienda leader nel settore occhiali consentono, quindi, di fare previsioni molto ottimistiche per l’immediato futuro, che secondo gli analisti potrebbe riservare per Luxottica ricavi fino a 7 miliardi di euro entro la fine dell’anno. In concomitanza con la diffusione dei dati della trimestrale arrivano anche alcune indiscrezioni relative al possibile acquisto di Salmoiraghi & Viganò, la nota catena di occhialeria che Luxottica sarebbe interessata a rilevare: dopo una prima smentita da parte del presidente del gruppo Leonardo Del Vecchio, infatti, c’è stata l’ammissione dello stesso Guerra di aver valutato il dossier su richiesta delle banche.