Sono stati comunicati questa mattina (12 novembre) i dati relativi all’economia giapponese, con il premier Yoshihiko Noda che nel corso di una sessione parlamentare ha parlato di “numeri pesanti”, non del tutto inaspettati visto che il governo “aveva sentore del rallentamento”, di fronte ai quali il Giappone intende reagire “come avesse di fronte una crisi”.
Nel terzo trimestre infatti il PIL giapponese ha registrato una flessione dello 0,9% rispetto ai tre mesi precedenti, nonché la flessione del 3,5% su base annua, a fronte di un dato atteso pari a -3,4%. Un dato che può aver risentito, soprattutto per quel che riguarda l’export, dell’aumento delle tensioni con la Cina nell’ambito della disputa territoriale sulle isole contese Senkaku-Diaoyu, ma che preoccupa in vista del trimestre successivo, per il quale gli analisti hanno previsto un nuovo calo che spingerebbe ufficialmente il Giappone in recessione.
A pesare di più sono stati da un lato la spesa in conto capitale aziendale, che ha subito una contrazione del 3,2% – primo calo in due trimestri – mentre dall’altro la spesa dei consumatori – che rappresenta circa il 60 per cento del PIL del Giappone – che è scesa dello 0,5% trimestre su trimestre per la seconda volta. E anche la spesa pubblica è aumentata del 4%, a causa della ricostruzione nelle zone colpite a marzo 2011 dal terremoto e dello tsunami.