Il redditometro entrerà in vigore a marzo e aumentano le paure dei contribuenti, così come i dubbi sull’effettiva utilità di questo strumento al fine di limitare l’evasione fiscale.
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Secondo quanto riferito dalla Cgia di Mestre, ad esempio, il redditometro frutterà allo Stato circa 815 milioni di euro, una cifra notevole ma certo non tale da giustificare il clamore suscitato da questa iniziativa dell’Agenzia delle Entrate.
La Cgia ha individuato i punti deboli della Relazione Tecnica al dl 78/2010 del 31 maggio 2010, alla base del redditometro, stimando l’ammontare del gettito fiscale che entrerà nelle casse dell’Erario grazie all’incremento dei redditi dichiarati, e al conseguente aumento dei contribuenti che verseranno regolarmente le imposte.
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Molto chiare, a tal proposito, le affermazioni di Giuseppe Bortolussi, segretario della Cgia di Mestre: “Ci rendiamo conto che stiamo parlando di effetti economici sulle entrate poco più che marginali. Abbiamo gettato nel panico milioni di famiglie italiane. Sia chiaro: io spero che il Redditometro stani gli evasori totali, colpisca chi le tasse non le paga, ma se le previsioni di incasso sono queste, concentrate per la stragrande maggioranza sull’autotassazione, il pericolo che il redditometro tradisca le aspettative è molto probabile“.