Dirigenti PA: il nuovo codice comportamentale

di Teresa Barone

14 Febbraio 2013 09:00

Obbligo di trasparenza e regali fino a 150 euro: queste e altre regole fanno parte del galateo dei dipendenti pubblici contro la corruzione nella PA.

La Conferenza unificata ha dato il via libera allo schema del Dpr contenente il nuovo codice comportamentale dei dipendenti pubblici, dirigenti e non, secondo quanto stabilito dall’ articolo 54 dlgs 165/2001 in materia di anticorruzione nella Pubblica Amministrazione.

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In attesa del si definitivo del Consiglio di Stato, sono state rese note le regole del “bon ton” che tutti i dipendenti del settore pubblico dovranno rispettare per garantire trasparenza e lotta alla corruzione in tutti gli ambiti della PA.

La nuova normativa si richiama alla Costituzione e si basa sul rispetto dei principi fondamentali espressi nel testo, come integrità, proporzionalità, buona fede, obiettività, ragionevolezza ed equità. Con la spending review, tuttavia, entrano in gioco anche altre qualità, vale a dire il rispetto di valori come l’economicità, l’efficienza e l’efficacia e il ridimensionamento dei costi in merito alle risorse pubbliche.

Una regolamentazione specifica è dedicata ai regali: il dipendente non deve chiedere doni per sé steso o per altri, fatta eccezione per i presenti di valore limitato e ricevuti occasionalmente. Viene inoltre fissato un limite per il valore dei regali, pari a 150 euro, superato il quale è obbligatorio rendere quanto ricevuto.

I dirigenti e i dipendenti pubblici a qualsiasi livello devono inoltre garantire la tracciabilità documentale in relazione agli iter decisionali, e sono tenuti a informare l’amministrazione in caso di adesione ad associazione come anche a organizzazioni affini come attività a quelle svolte sul lavoro.

Il documento sancisce l’irregolarità della concessione di un incarico di collaborazione a un soggetto che ha percepito dividendi economici da parte dell’ufficio dal quale proviene l’incarico. Viene inoltre stabilito  l’obbligo di comunicare i rapporti di collaborazione con privati, o con familiari entro il secondo grado, intercorsi nell’ultimo triennio.

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Per quanto concerne la prevenzione della corruzione, i dipendenti sono chiamati a denunciare qualsiasi situazione di illecito all’autorità giudiziaria. Spetta ai dirigenti responsabili, alle strutture di controllo interno e agli uffici etici, come anche agli uffici procedimenti disciplinari, monitorare i comportamenti del personale e verificare il rispetto del codice.

In caso di infrazione di una delle regole del codice comportamentale scatteranno sanzioni disciplinari, fermo restando che qualsiasi provvedimento sarò commisurato alla gravità della violazione, fino anche all’espulsione.