Una recente sentenza della Corte Costituzionale potrebbe rappresentare terreno fertile per un’ondata di contestazioni da parte degli automobilisti poco rispettosi dei limiti di velocità.
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Stando alla sentenza (113/2015), infatti, se gli autovelox non sono stati sottoposti a controllo e revisione non possono garantire una funzionalità ottimale, emettendo segnalazioni irregolari e, di conseguenza, originando sanzioni illegittime.
La Corte Costituzionale ha sottolineato l’illegittimità dell’articolo 45 (comma 6) del DL 30 aprile 1992 n. 285, il “Nuovo codice della strada” che non prevede l’obbligo di sottoporre a revisioni e accertamenti gli apparecchi autovelox che effettuano misurazioni elettroniche.
«Appare evidente che qualsiasi strumento di misura, specie se elettronico, è soggetto a variazioni delle sue caratteristiche e quindi a variazioni dei valori misurati dovute ad invecchiamento delle proprie componenti e ad eventi quali urti, vibrazioni, shock meccanici e termici, variazioni della tensione di alimentazione. Si tratta di una tendenza disfunzionale naturale direttamente proporzionata all’elemento temporale. L’esonero da verifiche periodiche, o successive ad eventi di manutenzione, appare per i suddetti motivi intrinsecamente irragionevole.»
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Una decisone, accolta positivamente dalle associazioni dei consumatori, che mette in evidenza anche come i controlli dovrebbero essere effettuati per tutto il periodo d’uso degli autovelox, proprio per garantire una misurazione precisa senza margini di errore.