Pro e contro del Jobs Act vengono analizzati grazie al sondaggio condotto da De Luca & Partners, studio legale specializzato nel campo del diritto del lavoro.
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Gli intervistati, oltre 200 tra amministratori delegati, general counsel e direttori del personale di importanti compagnie, di cui il 40% appartiene a gruppi internazionali, si sono mostrati favorevoli e positivamente colpiti dalle riforme in atto.
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Nel dettaglio piacciono la possibilità data alle imprese di aumentare le assunzioni e promuovere gli investimenti (46%)ed il maggiore equilibrio tra i diritti delle parti del rapporto di lavoro (40%), inoltre il 69% di loro ritiene che il contratto a tutele crescenti e l’esenzione contributiva introdotta dalla Legge di stabilità siano gli elementi più interessanti della riforma. Eppure solo il 32% degli intervistati ha dichiarato di aver visto crescere significativamente il numero di lavoratori assunti a tempo indeterminato nella propria azienda a partire dal marzo 2015.
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Rimangono quindi delle riserve e sono in molto a dichiarare che i cambiamenti ancora non sono abbastanza. L’ostacolo maggiore agli investimenti e alle assunzioni è, secondo il 79%, l’elevato costo del lavoro, seguito dalle difficoltà create dalla burocrazia (52%) e da una normativa troppo complessa (49%). Inoltre mettono in allarme la scarsa flessibilità in uscita per i vecchi assunti (42%) e la mancanza di chiarezza in materia previdenziale e assistenziale (32%). I nodi centrali sono individuati nella riduzione del cuneo fiscale (73%) e del costo del lavoro (70%).