Le aziende dovrebbero favorire il più possibile l’utilizzo della tecnologia in ambito lavorativo, una strategia che potenzia la produttività dei dipendenti rendendoli maggiormente soddisfatti. Una teoria che scaturisce attraverso un’indagine promossa da Google e condotta da Deloitte dal titolo “Digital collaboration. Delivering innovation, productivity and happiness”.
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La ricerca, che ha coinvolto 3600 dipendenti attivi all’interno di aziende francesi, tedesche, olandesi, svedesi, inglesi e italiane, rivela infatti l’esistenza di un legame molto forte tra l’impiego della tecnologia sul lavoro (dai social media al cloud computing, dagli strumenti di editing alle soluzioni per le videoconferenze) e la qualità delle prestazioni professionali.
In Italia, tuttavia, questa teoria trova scarsa applicazione: solo il 47% dei lavoratori utilizza strumenti di videoconferenza, il 18% ha accesso ai social network e il 35% sfrutta le risorse offerte dalle applicazioni di instant messaging. Ammonta al 74%, invece, la percentuale di italiani che considera l’utilizzo della tecnologia sul lavoro una risorsa efficace per migliorare la produttività e ottimizzare il tempo, come spiega Luca Giuratrabocchetta, Country Manager Google Enterprise Italia:
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«Questa ricerca mette in evidenza il potenziale che la tecnologia ha di trasformare le imprese. Le persone possono condividere documenti, messaggi istantanei o partecipare a videoconferenze nella loro vita privata. Tutto ciò ha aperto loro gli occhi rispetto al potenziale di questi strumenti applicato al posto di lavoro. Questo rapporto mostra chiaramente l’impatto positivo che la tecnologia ha sul morale, sul grado di innovatività e sulla produttività dei dipendenti. Le aziende che vogliono valorizzare appieno il potenziale dei propri dipendenti dovrebbero guardare con attenzione ai vantaggi che la tecnologia può portare in termini di collaborazione e innovazione. La tecnologia non è in grado esclusivamente di ridurre i costi, ma anche di trasformare il posto di lavoro.»