Migliorare la qualità della vita, e del lavoro, agendo direttamente a livello della sfera emotiva e riequilibrando eventuali instabilità, favorendo la conquista del benessere. Un obiettivo non facile da conseguire per coloro che esercitano la professione di analogista, una figura professionale riconosciuta solo recentemente e disciplinata attraverso la legge 4/2013.
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E con il perdurare della crisi, del precariato e della progressiva perdita di certezze professionali, i nuovi esperti di benessere interiore sembrano trovare ampi margini di azione: a sottolinearlo è lo stesso presidente dell’Accademia Internazionale delle Discipline Analogiche (AIDA), Stefano Benemeglio:
«Sempre più aziende per combattere la crisi scelgono di investire in corsi per i propri dipendenti e per i manager, la formazione passa dal benessere interiore, alla mindfullness, alla formazione sull’intelligenza emotiva.»
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Secondo il segretario generale di AIDA Armando Stano, inoltre, è proprio nel corso dell’ultimo triennio che si è verificata una netta crescita ai percorsi formativi finalizzati a migliorare il benessere emotivo, incremento del 20% al quale seguirà, nei prossimi due anni, un ulteriore aumento dovuto proprio al perdurare dell’incertezza economica che ancora caratterizza la penisola.