Per salvare un colloquio

di Anna Fabi

Pubblicato 18 Febbraio 2015
Aggiornato 18 Febbraio 2020 15:07

Campanelli d?allarme che fanno capire se il colloquio sta prendendo una brutta piega e come reagire

Durante il colloquio il selezionatore tende a non far trasparire emozioni, ma Lynn Taylor, consulente del mondo del lavoro, assicura che ci sono piccoli segnali che possono far capire come sta andando.

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Nel dettaglio parla di alcuni campanelli d’allarme da tener presente a cui reagire prontamente una volta notati. Se l’intervistatore non mantiene il contatto visivo allora si può provare ad alzare il tono della voce per richiamare l’attenzione. Se mette distanza con atteggiamenti di chiusura o noia, come incrociare le braccia o guadare altrove allora è bene mostrare entusiasmo e maggiore confidenza.

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Se taglia corto non disperate, forse ha solo poco tempo, siate quindi gentili e fiduciosi, bisogna mantenere il buon umore e il controllo anche se appare nervoso e sbrigativo. Se il colloquio è pieno di pause non incalzate ma rimanete calmi ad aspettare, azzardando qualche domanda pertinente se il silenzio si fa pesante e mostrandovi interessati all’azienda e alla sua struttura.

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Non meravigliatevi se legge il curriculum per la prima volta davanti a voi, può essere l’occasione per arricchire ciò che è scritto sulla carta. Se poi non si parla di prossimi step provate voi a chiedere se ci saranno ulteriori passaggi, anche se viene messa in evidenza la presenza di altri candidati: finché si è in gioco niente è perduto. Una stretta di mano poco vigorosa è un brutto segno, ma non conoscendo il boss potrebbe essere una sua caratteristica, per questo bisogna sempre essere sorridenti e cordiali, per non mettere a rischio la propria candidatura.