La tentazione di gonfiare il proprio curriculum e di mostrarsi più competenti in fase di selezione è sempre dietro l’angolo. Eppure il rischio è troppo grosso e la sincerità è sempre la carta vincente. Se si può sorvolare su alcune lacune invece i selezionatori si mostrano molto rigidi in caso di bugie evidenti.
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Come sottolinea Francesca Contardi, Docente di Gestione delle carriere: ricerca, selezione, coaching e training delle persone all’Università LIUC di Castellanza «E’ possibile che un candidato menta durante il colloquio, ma è una prassi che sconsiglio fortemente, soprattutto quando si affrontano colloqui con intermediari. Quando ci si accorge che il candidato non è sincero, la valutazione peggiora drasticamente: se al candidato mancano alcune competenze, forse, è possibile chiudere un occhio, ma chi vorrebbe una persona disonesta nella sua azienda? Nessuno».
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Sono quattro le bugie che tentano più facilmente in fase di selezione. La prima riguarda il lavoro precedente. Se si è stato licenziati non bisogna nasconderlo, ma mostrare di aver capito il perché senza cercare di fare la vittima è la strada migliore. Mostra consapevolezza del proprio lavoro e una completa onestà. La seconda è riguardo al ruolo proposto. In caso non sia all’altezza delle proprie aspettative è meglio essere chiari, magari aggiustando il tiro, mettendo in chiaro quello a cui si aspira ed esponendo le proprie capacità per un determinato ruolo.
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La terza bugia riguarda conoscenze tecniche e delle lingue. In questo caso la bugia dura davvero pochissimo, perché è facile essere messi alla prova seduta stante. Meglio dimostrare di avere delle lacune e dichiararsi pronte a colmarle al più presto. Quarta tentazione è aumentare i benefit e lo stipendio avuti nel precedente lavoro, anche in questo caso può essere richiesta una documentazione che ne attesti la veridicità. Non c’è niente di male nel voler di più, basta dirlo con chiarezza.