Il Comune di Genova avvia progetti sperimentali di “lavoro agile“, concedendo a sedici dipendenti di lavorare da casa e svolgere le loro mansioni in modo da favorire la conciliazione delle attività professionali con le esigenze legate alla vita familiare e privata.
=> Chi sono gli Smart Workers
Sono state approvate, infatti, le linee guida per lo Smart Working che dettano regole non solo in merito alle attività ma anche al monitoraggio e alla valutazione degli esiti dei progetti verificando il conseguimento della produttività stabilita.
I progetti, nel dettaglio, prevedono il coinvolgimento di tre avvocati per la redazione da remoto di atti difensivi e pareri giuridici, attività di “Redazione atti complessi” e “Marketing turistico online”, iniziative per ottimizzare la comunicazione web e social dei Servizi Civici (“Comunicare per migliorare” e “Variazione di residenza online”), gestione delle registrazioni in remoto di presenze, assenze, permessi vari (“Smartservice per la gestione presenze e assenze del personale”).
«Con l’approvazione delle nuove linee guida – ha commentato l’assessore al personale del Comune di Genova, Isabella Lanzone – proseguiamo in un percorso già avviato in questi anni innanzitutto come Ente datore di lavoro di oltre 5 mila persone. Lo abbiamo fatto sia per venire incontro alle esigenze dei lavoratori, sia per diffondere a Genova il telelavoro e lo Smart working anche per i riflessi positivi che può avere sull’ambiente, sulla riduzione delle emissioni, sul traffico e la mobilità. In sintesi, sulla qualità della vita dei cittadini. Occasioni come queste servono inoltre per incoraggiare una riflessione matura sull’argomento da parte del legislatore».