Se si fa eccezione per gli MBA (Master in Business Administration), che possono arrivare a costare decine di migliaia di euro (specie quelli delle business school angloamericane più prestigiose), le quote per i master italiani in gestione d’impresa sono generalmente più contenute, che si tratti di corsi organizzati da università pubbliche, private, business school o fondazioni.
Ma quando mettiamo al primo posto la questione costi, notiamo subito consistenti difficoltà già nella ricerca della quota di iscrizione sul sito web o la brochure del master in questione. Si tratta certamente di una strategia di marketing, che una volta tanto però va nel pieno interesse del “consumatore-studente”: evitare di precludersi inutilmente opportunità che ad una più attenta analisi possiamo affrontare, in quanto sovvenzionabili o finanziabili secondo varie modalità.
Se seguiamo il percorso di presentazione del master, arriviamo al nodo costi solo dopo aver superato quello sul networking potenziale offerto e sugli stage aziendali. Entrando in gioco anche le borse di studio, vale davvero la pena soffermarsi sul problema costo solo dopo aver effettuato una scelta pseudo – definitiva del corso.
Tutto questo è certamente anche nel pieno interesse di chi organizza il master, con l’intenzione di non screditare il corso con una platea di studenti passiva e poco coinvolta. A proposito, guardate bene che il numero di iscritti ammessi sia relativamente ridotto. Ne va della miglior fruibilità del corso e della possibilità di stringere rapporti più stretti con docenti e colleghi.