Sono tutti manager interni, che già lavoravano per il gruppo a livello top. E’ una squadra composta da 22 top manager quella presentata ieri dal Ceo Sergio Marchionne e che rappresenta la nuova struttura di comando della Fiat globale, che ha acquisito la maggioranza di Chrysler. L’obiettivo è messo nero su bianco dal comunicato del Lingotto: «integrare le attività di Fiat e di Chrysler». La dimensione internazionale dell’azienda si riflette nella composizione del team, di cui fanno parte dirigenti di nove nazionalità diverse, molti con doppio passaporto: 14 provengono da Fiat, 8 da Chrysler. Fra gli “americani” l’unica donna, Linda Knoll.
Il giro di nomine si inserisce in un quadro che vede un significativo cambiamento nell’organigramma, che sarà operativo dal prossimo primo settembre. Si forma il Gec, che significa Group Executive Council, il quale diventa «il più alto organismo decisionale in Fiat dopo il Consiglio di Amministrazione». Ha «la supervisione dell’andamento dei business, definisce gli obiettivi, le decisioni strategiche e gli investimenti del gruppo, condividendo le best practices e lo sviluppo delle risorse manageriali». Il Gec si compone di quattro strutture principali.
La prima è formata da quattro gruppi regionali che si occuperanno di produzione e vendita di auto, ricambi e assistenza (Mopar), componenti per auto (Magneti Marelli) e sistemi di produzione e fonderie (Comau e Tekisd). Siedono in questa struttura sette Coo, chief operating officer, ognuno dei quali ha la responsabilità del risultato economico, della gestione delle risorse e delle attività produttive e commerciali della propria area. I Coo sono lo stesso Marchionne, che si prende l’area Nafta (compresa Chrysler), Gianni Coda per l’Emea (Europa, Medio Oriente e Africa), Cledorvino Belini per l’America Latina e Michael Manley per l’Asia. Pietro Gorlier (ricambi e assistenza), Eugenio Razelli (componenti) e Riccardo Tarantini (Teksid Comau). Ogni Coo avrà un suo team manageriale regionale che verrà annunciato entro il primo settembre.
La seconda struttura riflette la focalizzazine sui marchi ed è formata da sei capi brand: Oliver Francois (Fiat), Lorenzo Sistino (veicoli commerciali), Harald Wester (Alfa/Abarth, Maserati), Saad Chehab (Lancia/Chrysler), Michael Manley (Jepp) e Reid Bigland (Dodge). Ognuno di loro dovrà «migliorare e sviluppare un appropriato portafoglio prodotti di brand e assistere i Coo nell’implementazione di strategie commerciali e di marketing adeguate per ciascuna delle regioni operative». Per le loro attività, avranno il supporto del Coo Oliver Francois (uno dei manager maggiormente responsabilizzati da questo nuovo organigramma).
La terza struttura si occupa, in modo trasversale fra le quattro regioni, dei processi industriali, ottimizzando le sclete della locazione dei capitali. E’ composta da sette manager: Harald Wester (Chief technology officer), Lorenzo Ramaciotti (Design), Stefan Ketter (Manufactoring, technology & coordination), Vilmar Fistarol (group purchasing), Doug Betts (qualità), Bob Lee (Powertrain coordinator) e Mark Chernoby (product portfolio management).
Infine la quarta struttura composta dalle funzioni corporate di supporto, di cui fanno parte Alfredo Altavilla (business development), Alessandro Baldi (Fiat Services and Holdings), Richard Palmer (Cfo) e Linda Knoll (chief human resource officer).
«Queste nomine sono il risultato di un profondo processo di valutazione delle competenze tecniche e di leadership delle persone» commenta Marchionne, sottolineando anche che i manager riflettono «le diversità culturali e geografiche» dei business e il gruppo riconosce loro «la capacità di fare di Fiat-Chrysler un gruppo multinazionale efficiente in grado di competere nell’industria automobilistica mondiale».