Nel Regno Unito tira brutta aria per i banchieri, soprattutto se lavorano nella Royal Bank of Scotland. Se nei giorni scorsi l’attuale CEO, Stephen Hester, è stato invitato (da un quotidiano e da alcuni politici) a restituire il bonus extra di 1 milione di sterline per i risultati raggiunti dall’istituto di credito dopo la stua statalizzazione nel 2008, oggi è notizia che l’ex CEO Fred Goodwin ha subito forse un’onta peggiore: dovrà rstituire un’onorificenza della regina Elisabetta, conferita nel 2004 per “gli alti servigi resi al settore bancario”.
Ma nel 2008, quei servigi dati al Paese di Albione sono diventati un peso, visto che la RBS è arrivata sull’orlo del fallimento ed è stata salvata da un intervento dell’allora governo laburista di Gordon Brown, che con uno stanziamento di 45 miliardi di euro acquistò il 57,9% della banca, arrivando quindi a nazionalizzarla sulle spalle dei contribuenti, che non sono stati certo felici di fare sacrifici per vedere poi un banchiere che, nonostante le cattive acque, continuava a mantenere un atteggiamento arrogante e a concedersi bonus sostanziosi quando invece l’azienda era in perdita.
La cosa curiosa, o forse preoccupante, è che in passato la revoca di tali onorificenze reali era avvenuta per dittatori del calibro di Benito Mussolini o Nicolae Ceausescu.
Nel frattempo, mentre i cittadini approvano la misura, c’è chi pensa che sia solo una mossa politica per rabbonire i britannici dopo che il CEO della RBS, quello Stephen Hester di cui si diceva, si è rifiutato di restituire il bonus di 1 milione, la cui eroga era prevista da un accordo con il governo qualora l’istituto avesse raggiunto dei risultati positivi, cosa che nel 2011 è avvenuta.
Ma c’è anche chi vede in questa mossa un inizio di “moralizzazione” di un settore, quello bancario, che nella City di Londra ha visto compensi da capogiro a fronte di una situazione econmica che, nel Regno Unito come altrove, non è certo rosea.