Sono in aumento in alcuni settori professionali, e sempre più spesso ne viene riconosciuto il contributo positivo nello sviluppo dell’azienda: le donne manager sono un valore aggiunto, ma in Italia si tratta di una teoria che trova ancora poca applicazione nella pratica.
Dai report diffusi attraverso alcune indagini condotte a livello europeo scaturisce un ritratto delle manager italiane ancora poco roseo, con percentuali troppo basse di donne che occupano ruoli dirigenziali nelle aziende nazionali, e con cifre ancora più preoccupanti riguardo la presenza femminile nei consigli di amministrazione, carenza che potrebbe portare alla nascita di una legge UE come forma di tutela del lavoro femminile e della parità tra i sessi.
Se la media europea di donne nei CdA è pari all’11,4%, in Italia siamo fermi al 3,2%, un dato che contrasta fortemente con quanto accade in Norvegia, dove la percentuale sale fino al 42%, ma anche con la vicina Francia, dove la presenza rosa nei consigli di amministrazione delle società quotate in borsa ha raggiunto un buon 20%.
Il divario di genere si presenta molto ampio anche al di fuori dei CdA, infatti solo il 13,3% dei manager con elevati livelli di responsabilità in Italia è di sesso femminile, con notevoli disparità nelle diverse regioni e anche tra il settore pubblico e quello privato. Se in Lombardia le donne manager ai piani alti sono il 13,4%, si sale fino al 16,2% in Calabria: percentuali non certo positive che contrastano anche con i numeri che riguardano, invece, l’imprenditoria femminile.
Secondo i recenti report Ocse, infatti, sono le imprenditrici italiane a occupare un gradino più alto nella classifica europea, con una media di donne alla guida di aziende pari al 3,6%, contro il 2,3% dell’Europa. Un dato certamente positivo, ma non abbastanza da classificare l’Italia come un Paese che offre molte opportunità alle donne che vogliono avanzare nella carriera. Qual è il motivo di questo divario? Secondo l’analista Ocse Martina Portanti a svolgere un ruolo fondamentale è la scarsa partecipazione femminile al mondo del lavoro: “In Italia il tasso di attività femminile (cioè quelle occupate più le disoccupate) è del 51%, contro una media Ocse del 65%, valori più bassi si registrano solo in Messico e Turchia“.
Dando un’occhiata più da vicino ai settori professionali più popolati da donne manager, sembra che in cima alla lista compaiano la grande distribuzione e il tessile, mentre c’è ancora molta strada da fare nelle costruzioni e in ambito ingegneristico, ancora a maggioranza maschile.